Seminario n°1
COME SCONGIURARE IL
BLOCCO ("BURNOUT") NELLO STUDIO E NEL LAVORO
Seminario tenuto presso
Res Publica, Alghero, lunedì 9 novembre 2015
Tutti i seminari sono anche su
Youtube: Gian Luigi Pirovano seminari di psicologia
TRACCIA
- Ognuno è un individuo unico
- 'E necessario esercitarsi fino ad appropriarsi della tecnica, ogni mattina e/o ogni sera
- LAVORO-STUDIO: uno dei due pilastri della vita
- Il blocco (o burnout) è un esaurimento emotivo di valori, dignità, spirito, volontà, in aumento nei paesi occidentalizzati
- Olimpiadi del 1936 e ansia da prestazione
- Esercizio di rilassamento: il tuo "posto sicuro"
- Blocco? Serve lo psicoterapeuta. Qui lavoriamo per "scangiurare" il bocco (burnout)
- Organismo direzionale
- Siamo "relazione"
- Lavoro-studio: è un problema relazionale
- La relazione con se stessi, con gli altri e col mondo: individuo e organizzazione
- Lipton e l'epigenetica
- Esercizio sul cambiamento: l'ambiente di lavoro-studio – "io" e "il possibile"
- Laborit: "try, fall, repeat", "try, fall, repeat", "try, fall, repeat", ecc., e l'elogio della fuga
- Responsabilità, proattività, sensibilità, flessibilità
- Esercizio: la galleria personale
- Esercizio: io valgo (lavoro-studio-relazioni)
TRASCRIZIONE DEL SEMINARIO
Siamo qui, tante
individualità: la nostra ricchezza, ma anche il nostro problema.
Ognuno di noi sente la spinta ad esprimersi e nello stesso tempo deve
fare i conti con tutte le diversità che rova nell'ambiente di
lavoro, in famiglia, con gli amici, con gli insegnanti, coi compagni,
col fidanzato, con la ragazza. Questa la nostra situazione. Non è
semplice, assolutamente. Crea tante difficoltà, fino al punto (ed è
dovuto a questa diversità) di magari sentire un grande disagio, un
grande blocco nel mondo delle relazioni, sentire la difficoltà a
partire ogni mattina per fare quello che si è deciso di fare, o che
ci si trova a dover fare.
Noi questa sera faremo una
serie di esercizi. Per questo si chiama seminario e non conferenza.
Seminario, dove si semina e nello stesso tempo si cerca di far
crescere il seme, di iniziare a farlo crescere. Sarà poi importante
che voi, arrivando a casa vostra, con la traccia che vi ho dato, vi
aiutiate a ricordare e ad allenarvi. Se gli esercizi che faremo
rimarranno qui sarà un problema, nel senso che non vi servirà
molto. Sarà una conferenza che uno si porta via, ma non so quanto
vi rimarrà. Se uno si esercita invece....
Pensate che se uno legge
riesce in genere a prendere un 10%, se uno ascolta aggiunge un 20%,
se uno legge, ascolta e vede, può arrivare al 50%, se poi discute
può arrivare al 70%, ma se fa esercizio eccoci all'80%. E' poi
chiaro che chi è più avvantaggiato è quello che oltre a fare
esercizio spiega. Non si arriva comunque mai al 100%. Chi si esercita
e spiega può arrivare al 95%. Per cui l'esercizio, il ripetere le
cose che questa sera vi spiegherò e che faremo con gli esercizi,
sarà fondamentale.
Nel titolo ho messo "studio
e lavoro": due ambiti importanti. Sono uno dei pilastri della
vita, uno, perchè anche lo studio io lo chiamo lavoro. Quando io
parlo di studio alle persone che vengono da me a fare una
chiaccherata, la prima cosa che dico è: parliamo di lavoro. Cioè
quello che fanno gli studenti è il loro lavoro. Comincio a dire: le
tue scarpe le hai fatte tu? No! La tua giacca l'hai fatta tu? No!
ecc. Giorno per giorno li guadagni studiando. Altrimenti rubi,
altrimenti stai rubando. E questo colpisce molto. Studio e lavoro:
uguale lavoro.
L'altro pilastro della vita
sono gli affetti, ma li tratteremo in un altri seminari.
Ci si può bloccare nel
proprio lavoro, nelle proprie relazioni: questo è il tema centrale.
Cos'è il burnout? E' un
esaurimento, ma c'è una parolina chiave: "e-mo-ti-vo".
Cioè si esauriscono le nostre emozioni.
Sicuramente è
un'esperienza di molti di voi, spero, di andare al lavoro
piacevolmente, di andare a scuola piacevolmente, di alzarsi la
mattina e stare bene. Però non è sempre così e in alcuni casi è
davvero una grande fatica. Ed emotivamente ci si esaurisce:
esaurimento emotivo di valori, di dignità, di spirito, di volontà.
Ed è in aumento nei paesi
occidentalizzati. E' inutile che stia qui a fare un elenco delle
motivazioni, ma credo che ognuno si sia trovato in alcuni momenti (io
sì) a sentirsi spompato dal punto di vista e-mo-ti-vo, delle
motivazioni. Non stanco fisicamente: uno può sentirsi stanco
fisicamente, ma poi si fa una bella dormita e recupera. Ma la
stanchezza emotiva.... dormire non ci aiuta, anzi, diventa anche
difficile dormire quando si è emotivamente esauriti. Questo è il
burnout.
Nel mondo della psicologia,
la prima volta che si è cominciato a parlare di questo è stato nel
1936. Olimpiadi di Berlino. Hitler. Immaginate quegli atleti
com'erano stressati: dovevano dimostrare la grandezza della Germania.
E gli allenatori hanno toccato con mano quel fenomeno che si chiama
"ansia da prestazione", che crea blocco, che può creare
burnout. Questo è stato il punto iniziale.
Da allora si è cominciato
a lavorare sullo stress più in generale. Siamo al lavoro, mi
chiedono di fare questo, non ne ho voglia, è troppo per me; siamo a
scuola, quell'insegnante, mamma mia come spiega male, come faccio,
come non faccio; ecc. Immaginate, qui siete un folto gruppo di
persone, quindi tante situazioni che ognuno di voi può pensare... Un
cliente...mamma mia che noia, mi fa venire il mal di stomaco ogni
volta che lo vedo; un insegnante ...; un alunno...; un capo...; un
dipendente...; un vicino di casa...; Un ex...; un... ecc. ecc. potete
immaginare tutto questo.
Qual'è il primo strumento
che questa sera utilizzeremo? Noi in psicologia lo chiamiamo, e
adesso faremo un esercizio, "esercizio del posto sicuro".
Al di là di qualsiasi
nostro esaurimento emotivo, ognuno di noi può trovare nella propria
vita, e sicuramente lo trova, un momento che quando chiude gli occhi
e va a quel momento lì, ah! che bello! Ce l'avete? Ne avete più di
uno, ne avete tanti! Uno delle prime cose da fare la mattina, quado
vi svegliate, è poter partire "al meglio", al di là del
programma che avete. E non alzarsi dal letto se non si è fatto
questo esercizio, l'esercizio del "posto sicuro": cioè
riempirsi di cose belle, portare la mente lì e iniziare la giornata.
Per fare questo esercizio vi chiederò
di mettervi comodi, per chi lo vuol fare. Se qualcuno non se la sente
non lo fa. Lo spiego, così poi decidete se farlo o no.
Vi chiederò di chiudere gli occhi, di
fare qualche bel respiro, ossigenare bene il cervello, e poi vi
chiederò di andare ad un momento molto bello. Ci sono momenti molto
belli in cui eravamo in compagnia. Ci sono momenti molto belli in cui
eravamo da soli. A goderci una nuotata, un paesaggio, un posto. Io vi
consiglio di cominciare da questo secondo tipo, perchè se uno sta
bene con se stesso, poi le relazioni diventano più gestibili. Quindi
se io utlizzo il "posto sicuro" in una situazione di
relazione va bene, però se io lo utilizzo pensando ad una
situazioni in cui io stavo proprio bene da solo, faccio crescere con
ancora più forza la mia autostima, il mio senso di benessere. E
questo è uno splendido aiuto nel confronto del mondo di relazioni
che nella giornata mi accingo a vivere.
Siete pronti per fare questo
esercizio? Bene.
ESERCIZIO del "posto sicuro".
Prima cosa: chiudete gli occhi. Chi se
la sente. Mettetevi comodi sulla sedia e cominciate facendo due o tre
bei respiri a pieni polmoni. Prendete tutta l'aria che vi serve,
tutto l'ossigeno che vi serve. E mentre tornate al vostro respiro
normale andate al vostro "posto sicuro", immaginatevi lì,
osservatelo bene, immergetevi più che potete, gustatelo. Anzi, in
questo momento aggiugete luce, aggiungete luminosità se vi fa
piacere. In questo momento date più vivacità ai colori, ravvivateli
se vi fa piacere. Metteteci anche la musica che preferite. E
godetevelo pienamente, con la luce, coi colori, con la musica che
preferite, e state lì a godervi tutto questo e a sentire il vostro
piacere. E' un momento vostro, è un piacere di ognuno di voi. State
lì tutto il tempo che volete, e quando vorrete riaprirete gli occhi.
Ok! Questo esercizio vi consiglio di
farlo ogni mattina.
Io penso che qui, altrimenti non
sareste qua, non ci sia nessuno che sia in blocco, in burnout. Se uno
è in blocco non ha voglia di venire. E' una situazione molto
difficile. Se conoscete qualcuno che è in blocco, che è in burnout,
che non ha più voglia di fare niente, che è bloccato, non serve
questo seminario, serve uno psicoterapeuta.
Sapete la distinzione fra psicologo,
psichiatra e psicoterapeuta? Vi è chiara? Lo psichiatra è un medico
che fa la specializzazione in psichiatria, è lo specialista della
chimica dl cervello, è lo specialista dei farmaci. Lo psicologo è
uno che fa i 5 anni di psicologia e poi può lavorare nella
pubblicità, lavorare in un'agenzia di comunicazione, lavorare in
un'azienda nell'ufficio del personale e così via. Lo psicoterapeuta
invece è quello che dopo la laurea in psicologia fa altri 4 anni di
specializzazione in psicoterapia. Prendiamo uno che ha bisogno di
fare un'appendicite, va dal medico di base? No, va da uno che abbia
fatto la specializzazione in chirurgia dell'addome. Lo stesso, se uno
sta male, lo psicologo non serve, serve il chirurgo, cioè lo
psicoterapeuta, oppure se la cosa è molto pesante può essere utile
lo psichiatra, lo specialista della chimica del cervello, in
collaborazione con lo psicoterapeuta, a meno che lo psichiatra abbia
anche la specializzazione in psicoterapia.
Perchè vi ho fatto fare questo
esercizio? C'è un concetto fondamentale in psicoterapia.. I nostri
studenti del Collettivo Studentesco di Alghero lo chiamano con un
nome molto preciso, lo chiamano "legge di attrazione". In
psicologia noi lo chiamiamo "organismo direzionale". Cioè:
voi sapete che noi veniamo da una storia lunghissima, abbiamo alle
spalle 3 miliardi e 800 milioni di anni, la vita è iniziata
3.800.0000.000 di anni fa. Fino a qualche mese fa si pensava tre
miliardi e mezzo, ora si sono aggiunti altri 300 milioni di anni.
Cioè il primo organismo, il primo batterio è nato allora. Quindi la
legge della giungla è quella da cui noi veniamo. Siamo
sostanzialmente animali, perchè noi, homo sapiens sapiens, abbiamo
solo 200.000 anni. Quindi la parte più antica, la parte più
primitiva del nostro cervello, il paleoencefalo, affonda le sue
radici nei 3 miliardi e 800 milioni di anni. Il mesencefalo è un po'
più recente. Quei tre millimetri di corteccia cerebrale che abbiamo
in più hanno solo circa 200.000 anni. Però fanno la differenza.
Cioè noi, con questi tre millimetri di corteccia cerebrale abbiamo
la possibilità, se ci esercitiamo, se prendiamo consapevolezza, di
dirigere la nostra vita: organismo direzionale. L'esercizio che vi ho
fatto fare cosa fa? Utilizza questi tre millimetri per poter govenare
la parte più antica che si chiama anche Sistema Reticolare
Attivatore (SRA). Quante volte vi è venuta voglia di non andare a
scuola, di non andare al lavoro, di mandare a quel paese qualcuno, di
prendere a calci qualcun altro, di ... ecc. ecc. Immaginate cioè
tutto il mondo degli istinti.
Non meravigliamoci mai di tutto
questo, ma esercitiamoci a fermarci un attimo e dirci: oggi non ho
nessuna voglia di andare in studio, non ho nessuna voglia di andare a
scuola, non ho nessuna voglia di fare questo e questo. Fermarsi,
esercizio del posto sicuro, prendere energia e poi riflettere. E
dire: ma qual'è il fine, qual'è lo scopo che voglio raggiungere.
Parto dalla premessa che nessuno qui è in burnout, altrimenti queste
cose non riesce a farle. Ricordo che il tema del seminario è
"scongiurare" il blocco, il burnout, cioè aiutarvi a far
sì che i primi segnali di burnout li possiate cogliere e li possiate
superare velocemente. Mettere in atto questi 3 millimetri che hanno
solo 200.000 anni rispeto ai 3 miliardi e 800 milioni di anni, che
certo sono più forti: tutte le guerre vengono da questi
3.800.000.000 di anni, tutte le aggressioni, tutti gli sfruttamenti.
Cosa diceva Hobbes? Homo homini lupus, ed è vero, ma non
dimentichiamoci dei tre millimetri.
Noi qui stiamo lavorando, questa sera,
per allenarci ad utilizzare quei 3 millimetri di neocorteccia.
Organismo direzionale!
Adesso qui ognuno di voi pensi alla
propria vita, quante volte si è trovato a fare un pensiero negativo:
andrò in studio, troverò quella persona che mi sta sullo stomaco.
Istinto naturalissimo. Ognuno di noi cerca spazi positivi, però ne
incontriamo tanti problematici
Organismo direzionale! Cioè se io mi
concentro su una cosa negativa il mio organismo tende ad andare in
quella direzione. Ecco l'importanza invece dell'esercizio del posto
sicuro, del cercare di orientarsi su pensieri positivi. Ad esempio:
se vado al lavoro perchè lo faccio? Perchè sostengo i miei figli;
studiare, ma... quel compagno, quell'insegnante... ma io cos'è che
voglio, io voglio raggiungere quale obiettivo? Voglio imparare,
voglio fare questo, voglio diventare....
Perchè prima vi ho consigliato di
scegliere una situazione in cui voi siete soli e state bene? Per
rafforzare questa autostima, questo senso di sè, io valgo e io sono
capace di prendere le mie decisioni al di là di ciò che pensa la
gente. Voi lo sapete, parlando con le persone, quanto si sente
continuamente: "cosa dirà questo, cosa dirà quello, cosa
penserà quello, cosa penserà l'altro". E quante trappole ci
costruiamo da soli pensando a "cosa penseranno". Invece di
coltivare il senso di sè, l'autostima.
Senso di sè, ma nello stesso tempo
l'importanza della relazione. Noi dobbiamo fare i conti con la
relazione. Noi siamo re-la-zio-ne. Ormai anche la fisica fondamentale
ci dice che il concetto fondamentale della vita è la "relazione",
e lo possiamo capire se noi pensiamo alla nostra vita. Immaginatevi
... riuscite ad immaginarvi da soli? Nel vuoto? Voi sapete che la
tortura più grande che ha inventato il nostro encefalo è quella che
viene chiamata deprivazione sensoriale. Uno impazzisce e muore. Non
so se voi non avete mai letto dell'esperimento di Federico II. Un
esperimento famoso. Voleva capire se quando noi nasciamo,
spontaneamente parleremo latino o greco. Pensate un po'! L'ignoranza
di allora. E anche noi oggi ci facciamo tante domande alle quali non
sappiamo rispondere, e che domani risulteranno magari domande ingenue
o assurde. La nostra ignoranza è molto più grande della nostra
conoscenza. E più conosciamo, più ci rendiamo conto che il mondo di
ciò che non conosciamo è sempre più grande.
Federico II cos'ha fatto? Ha preso una
decina di balie, una decina di bambini appena nati, tolti alle madri
e dati alle balie. Queste balie avevano il compito semplicemente di
nutrirli e pulirli, e basta, e senza dire una sola parola, pena la
morte. E poi lasciarli soli. Fare in modo che avessero il solo
nutrimento, sostanzialmente. Deprivazione sensoriale quasi totale.
Voleva capire se avessero iniziato a parlare greco o a parlare
latino! Beh, nel giro di poco sono morti tutti quanti. Questo
l'esperimento tragico di Federico II.
Siamo relazione! E allora se finora
abbiamo parlato dell'importanza del senso di sè, adesso dobbiamo
parlare di come gestire le relazioni. E' molto dificile, sul posto di
lavoro, nella scuola, nelle relazioni amicali, nelle relazioni di
coppia, ecc. ecc. La relazione con se stessi è sempre fondamentale,
ma poi dobbiamo gestire la relazione con gli altri.
E allora... Non so se avete mai
sentito parlare dell'epigenetica. E' Lipton il personaggio che la
sottolinea. Qualcuno forse avrà studiato che nel 1953 c'è stata la
scoperta del DNA. Watson e Crick scoprono la struttura del DNA. Da
allora c'è stata un'esplosione di lavori sul DNA. Oggi anche la
medicina lavora sul DNA. C'è stato proprio un'innamoramento per il
DNA che continua ad andare avanti. E dà tanti risultati. La medicina
biologica lavora su tutto questo. Si dice che il futuro della
medicina è lavorare sul DNA. Ma il concentrarsi sul DNA come causa
di tutto in qualche modo ha fatto perdere di vista la relazione. E'
il punto debole della medicina. L'epigenetica cerca di mettere
rimedio a questo.
Voi sapete che la medicna attuale ha
vinto nell'800 su tutte le altre medicine tradizionali. E ha vinto
con una concezione che si chiama concezione cellulare. La medicina
attuale ci considera un insieme di cellule. Qui nel mio organismo ci
sono circa 50 trilioni di cellule che , non so perchè, ma da 73 anni
collaborano fra di loro. Voi sapete perchè le vostre cellule
collaborano fra di loro? Non lo sappiamo. Possiamo descrivere alcuni
loro funzionamenti, ma 50 trilioni di cellule che collaborano sono un
mistero.
Beh, cos'è l'epignetica? E' il passo
avanti dopo lo studio del DNA. Ci si è resi conto che nella cellula
è fondamentale la membrana, che è in "relazione" con
l'ambiente. Il DNA senza la membrana che colloquia con l'ambiente non
può far niente. Noi siamo ambiente, noi siamo relazione. Non
possiamo uscire da questa condizione. E allora, come gestire? E qui
ecco il secondo esercizio.
In questo esercizio vi chiederò
ancora di chiudere gli occhi, di mettervi comodi, di fare dei bei
respiri profondi per ossigenarvi al meglio, e quindi vi chiederò di
andare in uno di vostri ambienti. Può essere la famiglia, il lavoro,
la scuola, gli amici, ecc. Non dove vi sentite bene perchè lì è ok
e allora godetevela. Ma un ambiente che in questo momento per voi può
essere un po' problematico: può essere la relazione con un
professore, può essere la relazione con un cliente, può essere la
relazione familiare, può essere la relazione di coppia, può essere
l'ufficio, ecc. Vi chiederò di andare in quell'ambiente e di
immaginarvi pronti a gestire la relazione. Fondamentale nel gestire
la relazione è osservare, pensare che cosa è meglio e scegliere che
comportamento avere con quel cliente, che comportamento avere con
quel professore, con quel compagno, con quell'amico, col fidanzato,
con la fidanzata, col figlio, ecc.
Vi chiederò quindi di fare un
esercizio immaginandovi in un ambiente nel quale avete qualche
problema. Vi chiederò di fermarvi un momento e con le vostre
sensazioni, vedere le possibili soluzioni che in questo momento vi
vengono in mente, sceglierne una e immaginare che funzioni
positivamente. E poi, quando uscirete di qua, provarla. La provate.
Funziona? Bene, avanti così; non funziona? Concentratevi ancora e
fra le possibilità che vi appaiono, provatene un'altra. Perchè così
si va per tentativi ed errori. A meno che qui ci sia un dio o una
dea. C'è qualche dio, qualche dea? Ah, ecco, lei! Lei quindi non va
per tentativi ed errori. Quando noi usciamo dall'illusione della
perfezione acquistiamo una libertà incredibile e una capacità di
provare, provare, provare, senza meravigliarci di sbagliare, ma
riprovando qualcosa di diverso ogni volta che sbagliamo.
Pronti?
ESERCIZIO del cambiamento
Per chi vuole: chiudete gli occhi,
mettetevi comodi sulla vostra sedia, fate alcuni grandi respiri per
prendere tutto l'ossigeno che potete. E mentre siete lì ed ascoltate
il vostro respiro, immaginate un momento, un ambiente che vi dà
qualche problema nella relazione.
Immaginate il vostro modo di reagire
in quest'ultimo periodo. Un "modo" che non funziona, che
la vostra esperienza vi dice che non vi fa superare questa
situazione. Sapete che questo "modo" ora lo mettete da
parte: non funziona.
In questo momento provate ad
immaginare, ad ipotizzare altri modi che non avete ancora
sperimentato. Di cui magari avete parlato, ma non avete mai messo in
atto. E mentre ascoltate il vostro respiro, l'energia che c'è dentro
di voi, provate a scegliere una delle alternative che non avete
ancora provato, e immaginatevi di metterla in atto.
Dategli il colore, dategli la luce,
metteteci la musica che volete, arricchite. In questo modo, in questo
momento, scegliete, e ditevi che proverete questo diverso "modo"
entrando in quell'ambiente nei prossimi giorni.
E state lì. Immaginate le forza che
vi dà il vostro respiro. Dite: io valgo, io sono unico e
irripetibile. Io valgo e posso provare una cosa diversa, voglio
provare una cosa diversa, un approccio diverso.
E state lì tutto il tempo che volete.
Riaprirete gli occhi quando vorrete.
Ok. E questo è il secondo esercizio.
Usatelo, provatelo uscendo da qui. Perchè vi dico provatelo!?
Perchè, lo ripeto e non mi stancherò mai di ripeterlo in questi
seminari che abbiamo programmato, non mi stancherò mai di dirvi:
esercitatevi, provate, lavorate con questi tre millimetri di
neocorteccia, perchè solo così possiamo far fronte a "homo
homini lupus", che alcune volte vuol dire aggredire, ma altre
volte vuol dire anche aggredire noi stessi e buttarci giù e uscire
dall'organismo direzionale positivo e prendere la strada dello star
male, della depressione, invece che coltivare le energie positive. La
strada positiva del "mi prendo in mano, io valgo, io sono unico
e irripetibile e io, per tentativi ed errori, cambio".
Se qualcosa nella vostra vita continua
a non soddisfarvi, esaminate il vostro modo di relazionarvi in quella
situazione: quel modo lì non funziona! Allora la cosa fondamentale
in psicoterapia è capire quali sono i tentativi di soluzione che non
funzionano e dire: ok, quelli li mettiamo da parte, e adesso ti aiuto
ad immaginarne altri. Proviamone uno. Così, esercitandosi in questo
modo, per tentativi ed errori.
Perchè? Avete mai sentito parlare di
Laborit, un biologo statunitense, che negli USA ha preso un premio
per la biologia. E' riuscito a dimostrare una cosa che se riesco a
comunicarvela bene è preziosissima per spingervi ad esercitarvi e a
coltivare in maniera direzionale positiva il vostro organismo. E'
riuscito a dimostrare che quando noi stiamo male in una situazione,
in una relazione, proprio per la prevalenza di questi 3 miliardi e
800 milioni di anni e per questo breve periodo di 200 mila anni della
nostra neocorteccia, noi preferiamo (gli studenti del Collettivo
Studentesco di Alghero la chiamano zona di confort) preferiamo
continuare a soffrire, a ripetere i nostri comportamenti che nella
relazione ci fanno star male, invece che provare a cambiare. Perchè?
E' successo sicuramente ad ognuno di noi: la fatica di cambiare, di
provare qualcosa di diverso ci sembra talmente pesante, che
preferiamo star lì a soffrire in un modo che conosciamo... ci sto
male, però lo conosco, e fare quella roba lì, quel cambiamento ...
E vedo che magari potrei provare, ma ... mi è troppo pesante
cambiare.
Laborit ha scritto di conseguenza
quello che noi assieme a lui possiamo chiamare "L'elogio della
fuga". Se state male in una situazione:
1° cercare di capire non gli altri...
noi non possiamo cambiare gli altri, possiamo solo cambiare noi
stessi. E se noi cambiamo noi stessi, poi, di conseguenza, visto che
siamo in relazione, anche gli altri devono fare i conti col nostro
cambiamento. Quindi cercare di capire anzitutto noi come ci stiamo
muovendo. Invece succede molto spesso il contrario. Se voi vi mettete
in centro città e ascoltate tutti i discorsi della gente, come un
uccellino che vola e ascolta, sentirete tante critiche, tante accuse
agli altri. No. Prima cosa da chiedersi è: come io mi muovo in
questa situazione che non funziona? Bene, allora mettilo bene a
fuoco, poi prendilo e quel "modo" mettilo da parte
2° e comincia a pensare: che cosa
posso cambiare. Molto difficile. Laborit ci dice che i 3 miliardi e
800 milioni spingono dall'altra parte. Perchè tanto ci sarà
qualcuno che sarà più forte, più energetico, e quindo la legge
della giungla vincerà, farà vincere il più adatto ... ricordate,
non solo Hobbes, ma poi Darwin. Alla natura, che io sia felice, che
tu, tu, tu siate felici non importa niente. Alla natura interessa
solo moltiplicare la vita, continuare a fare esperimenti di
diffusione della vita. La felicità non ce la dà la natura, è una
conquista personale. La possiamo conquistare solo se utilizziamo
questi 200 mila anni di homo sapiens sapiens, questi 3 millimetri di
neocorteccia, di consapevolezza emotiva.
Nella traccia scrivo: try, fall,
repeat, prova, sbaglia e ripeti. E continuiamo così, prova, sbaglia,
ripeti, prova, sbaglia, ripeti. Invece: prova, sbaglia, "cambia".
E Laborit ci dice che è di-ffi-ci-li-ssi-mo. Il lavoro centrale di
ogni psicoterapeuta è questo: aiutare ad uscire dalla trappola:
prova, sbaglia, ripeti. Aiutare la persona a fare: prova, sbaglia,
non meravigliarti perchè qui fra noi abbiamo visto che abbiamo una
sola dea (!) .... prova, sbaglia, e ... "ti aiuto a cambiare e
vediamo se ce la facciamo". Questo è il lavoro dello
psicoterapeuta.
Quindi, voi capite perchè sto
insistendo molto sul prendersi in mano, sulla responsabilità
personale. E' chiaro che i colleghi, i compagni, i fidanzati, le
fidanzate, gli insegnanti, ecc. ecc. ecc. contano, ma se io sono lì,
dritto in piedi, con me stesso, sicuro di me, io poi con questo forte
senso di me cerco e trovo il modo per farci i conti andare per la
mia strada, per il mio obiettivo. Quindi responsabilità
Poi proattività: cioè agire, non
star fermi. Tenete presente che se uno sta fermo, non è che non
agisce: decide di star fermo. Certo, se stai fermo e stai bene, ok!
Ma se sei in difficoltà ... prova,
immagina delle alternative, poi agisci.
Responsabilità, proattività e poi
sensibilità. Fidatevi delle vostre sensazioni, sono la grande
ricchezza che noi abbiamo. Ascoltate tutti, ma poi siate voi a
decidere con le vostre sensazioni.
E infine flessibilità: sempre pronti
a cambiare. Questo ce lo insegnano da Anassimandro in poi i
presocratici. 600 anni prima di Cristo. Poi sono stati dimenticati.
Riscoperta la flessibilità con Galilei: la scienza è flessibilità.
Noi siamo in continuo cambiamento. Non c'è nulla di stabilito, di
vero. Anche le cose che sappiamo oggi sono quelle che oggi ci sembra
che funzionino, ma sappiamo che domani ...
Voi lo sapete, credevamo che la terra
fosse piatta. I Cinesi fino all'arrivo di Ricci nel 1.582 lo
credevano ancora. Poi credevamo che la terra fosse il centro del
mondo. No! E così via. Copernico, Galileo, poi Newton. Per Newton la
gravità è la forza con cui i corpi si attirano. Arriva Einstein e
dice: macchè i corpi si attirano! Anche se molti di noi forse
pensano anora che i corpi si attirano. Einstein dice : no,
assolutamente, lo spazio "è" la gravità, e semplicemente
più un corpo è grande più piega questo spazio. E siccome veniamo
dal big beng e quindi andiamo velocissimi, se ci troviamo in uno
spazio piegato come un imbuto da un grande corpo, allora noi
continuiamo a girare in quell'imbuto attorno a quel grande corpo. Non
so se avete mai visto nelle fiere come un grande cilindro con dentro
un grande cono rovesciato ed entravano dal basso delle moto e man
mano che prendevano velocità salivano sempre più in alto sulle
pareti sempre più verticali dell'imbuto. Einstein ci spiega che è
così: non è che il sole attira la terra, no, il sole piega lo
spazio, che è come una gelatina trasparente piegata dalla massa
enorme del sole. La terra, che va a grande velocità, si trova in
questa piega, in questo grande imbuto e fa come le moto, gira sulle
pareti di questa grande piega, di questo grande imbuto. Newton si
sbagliava. E così via: la nostra conoscenza è in continuo
cambiamento.
Applicate questo a noi. Pensate che
l'unica cosa stabile nella vita è il cambiamento. Se prendete atto
di questo acquistate una flessibilità, un'apertura incredibile.
Bene. Ora abbiamo il tempo per fare
altri due esercizi e poi ci salutiamo. Vi sarete chiesti: perchè ci
chiede di chiudere gli occhi, di respirare? Vi ho ripetuto molto
l'importanza del senso di sè, del rafforzare il senso di sè per poi
essere sempre più forti, più decisi nei rapporti con gli altri.
Chiudere gli occhi, concentrarsi sul proprio respiro ci può aiutare
a cogliere la nostra unicità, la nostra irripetibilità, il nostro
senso di sè.
ESERCIZIO della galleria personale
Chiudete gli occhi, chi lo vuole.
Mettetevi comodi. Prendete alcuni bei respiri, prendete tutto
l'ossigeno che volete. Date energia con questo ossigeno a quei 3
millimetri di neocorteccia cerebrale che fanno la differenza col
resto del mondo animale. E mentre ascoltate il vostro respiro
immaginate di trovarvi in un corridoio, o in una grande stanza,
oppure in una sala cinematografica e lì vi chiederò di andare a
tanti momenti belli della vostra vita e a farne tanti quadri, oppure
a farne tanti filmati.
Andate allora, avete tutto il tempo. E
metteteci la luce, i colori, la musica che volete. Possono essere
quadri fermi o quadri che si muovono, filmati. Andate. Prima,
ricordate, avevamo lavorato sul "posto sicuro", un momento
nel quale ognuno di voi con se stesso stava bene. Qui potete spaziare
in tutti i momenti belli della vostra vita. Ricordarli uno ad uno e
immergervi, e goderveli uno ad uno, in questo momento, e rafforzare
il senso di sè, il senso di ognuno di voi
Andate. Come una galleria d'arte, come
una galleria di filmati. Fatevi la vostra galleria personale alla
quale ricorrere in ogni momento per dare consapevolmente la direzione
al vostro "organismo direzionale" e sentire dentro di voi
l'energia per vivere, per affrontare la vostra giornata, per goderi
la vostra giornata, per godervi le vostre relazioni, per relazionarvi
in tutte le situazioni nelle quali vi potete trovare.
E state lì tutto il tempo che volete.
Prendetevi tutto il tempo che volete.
E come ultimo esercizio: ecco, noi
veniamo da 200.000 anni fa, e siamo il frutto recente di una
relazione, di una coppia. Questa coppia a sua volta è frutto di
un'altra coppia, e così via e così via, di altre coppie. Immaginate
che da 200.000 anni, da quando c'è stato il primo uomo e la prima
donna del genere homo sapiens sapiens, tutto è avvenuto perchè
ognuno di noi oggi fosse qui e non un'altra persona.
Se esaminiamo il mitocondrio, che
sapete vine trasmesso dalla donna, arriviamo a 200.000 anni: Eva, la
prima donna. Fino a 5 anni fa , se esaminavamo il cromosoma Y, il
cromosoma maschile, arrivavamo a 80.000 anni. Ma come? Voleva dire
che la donna del genere homo sapiens sapiens c'era da prima e quindi
c'erano state delle estinzioni da parte maschile, per cui l'uomo
attuale avrebbe solo 80.000 anni? E invece 2 anni fa , un biologo che
vive qui ad Alghero e insegna all'università di Sassari, studiando
il cromosoma Y, studiandone tutte le mutazioni, ha dimostrato che
anche l'uomo ha 200.000 anni. E' stato un avvenimento enorme ed è
stato pubblicato sulla rivista "Science". Il New York Time
ha poi pubblicato una simpatica vignetta che ha preso il premio 2013
per la miglior vignetta su un avvenimento scientifico. Si vedeva Eva
davanti al melo del paradiso terrestre, che trasaliva vedendo sul
tronco il graffito "Adamo era qui".
Bene. Noi siamo il frutto di 200.000
anni di generazioni e generazioni. Dentro di noi, provate a pensarci,
noi siamo il risultato del lavoro di 200.000 anni se ci fermiamo
solo all'homo sapiens sapiens, e di 3 miliardi e 800 milioni di anni
se andiamo fino ai primi batteri. Siamo la sintesi di un'energia
incredibile. Usiamola, usiamo questa consapevolezza. E in questo
esercizio cercherò di aiutarvi ad usare questa consapeolezza
dell'immenso fiume di energia che abbiamo alle spalle e di cui ognuno
di noi è la sintesi. Ok, pronti?
ESERCIZIO io valgo
Chi vuole: chiudete gli occhi,
prendete tutto l'ossigno che volete, e in questo momento ...
immaginate, mentre ascoltate il vostro respiro che è la vita dentro
di voi, la vostra vita, immaginate alle vostre spalle i vostri
genitori che vi mettono una mano sulle spalle e vi sorridono. Al di
là dei loro limiti, al di là di quello che pensate dei vostri
genitori una cosa è certa, potevate nascere solo da quelle due
persone, non da altri. E quelle due persone, al di là dei loro
limiti, vi hanno trasmesso la cosa più grande, più preziosa che
avete, la vita. E ora la vita è vostra, unica e irripetibile.
E immaginate dietro ai vostri genitori
i vostri nonni che vi sorridono.
E dietro i vostri nonni, al di là di
loro limiti, immaginate generazioni e gnerazioni, un numero immenso
di volti che vi sorridono. Sono i vostri antenati. Un fiume immenso
di energia che viene da lontano e arriva fino a voi, ad ognuno di
noi.
E se provate a pensare che, in questa
lunga catena, immensa, di cui voi siete la sintesi, se in qualsiasi
punto di questa catena quella coppia avesse fatto l'amore mezz'ora
dopo, da quel punto in poi tutto sarebbe cambiato e voi ... non
sareste ... mai ... esistiti. E invece, da migliaia, da milioni di
anni, tutto avviene perchè ognuno di voi, oggi, potesse essere qui,
non un altro. E mentre prendete consapevolezza di questo, della
vostra importanza, della vostra unicità, della sintesi unica e
irripetiile che rappresentate, di tutta l'energia che avete e da cui
provenite, forse potete cominciare ad ascoltare, nella parte più
profonda di voi, una voce, che forse in questo momento può essere
meno forte, ma che potrete rafforzare giorno per giorno esercitandovi
a renderla sempre più forte, una voce che continuamente e
ripetutamente dice:
io valgo
io sono ... (e ognuno qui metta il
proprio nome)
e sono unico e irripetibile
e giorno dopo giorno
io sono capace
di percepire
e poi percorrere
con equilibrio
la mia strada
E questa è un po' la sintesi di tutto
ciò che abbiamo detto. Vi invito a ripetere questi esercizi ogni
mattina, ogni giorno, di fronte a qualsiasi tipo di difficoltà, per
cercare e poi trovare la vostra strada.
ALCUNE LETTURE UTILI
PER APPROFONDIRE ED ESERCITARSI
- "Vivi la vita che desideri con la PNL", di Bandler, edit. Alessio Roberti (€ 19,90)
- "PNL per il benessere", di Bander e Thomson, edit. Alessio Roberti (€ 19,90)
- "Le parole per migliorare la vita di chi ami...e la tua" di A. Roberti, ed. Mondadori (€ 12)
- "La biologia delle credenze. Come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula", di Bruce Lipton, Macroedizioni (€ 16,50)
Youtube: Gian Luigi
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