mercoledì 29 gennaio 2014

136- Fine vita (1) Giorni fa ero con un amico. Gli arriva una telefonata: una persona cara è morta, quasi centenaria, in coma da qualche tempo. L'amico piange. Accolgo in silenzio il suo pianto. Dopo un po' gli chiedo in che cosa credeva la persona cara, quale era la "favola" che aveva abbracciato. Era cattolico. Quindi è in paradiso, è tornato nella casa del Padre. Esprimo allora dolcemente la mia comprensione, ma assieme anche la mia meraviglia ogni volta che ad un funerale osservo i cattolici piangere. Ricordo la frase del salmo 122: "laetatus sum in his, quae dicta sunt mihi: in domum domini ibimus (quale gioia quando mi dissero andremo alla casa del Signore)". Dunque è anche festa! Io non sono cattolico, la mia "favola" è tutta dentro la natura, la nostra madre terra, e mi piace pensare che quando i 100 trilioni di cellule che mi formano non ce la faranno più a collaborare fra loro, tornino velocemente, con la cremazione, al mare, alla terra, nell'aria. E mi piace immaginare che chi mi sarà vicino suoni la primavera di Vivaldi, un canto alla continua trasformazione della vita. A questo punto il mio amico sorride. Piange, ma sorride. 

sabato 11 gennaio 2014

135- La pace(1) Emergency lavora per la pace in Africa, in Asia, in Italia, nel mondo perchè pensa e crede che la pace sia il bene più grande. Emergency va poi nelle scuole a fare educazione alla pace perchè pensa e crede che nei ragazzi ci sia il seme della società di domani. Agisce per la pace di oggi e agisce per la pace di domani. Emergency cura, aiuta e col suo agire mostra e insegna, anche nelle scuole, la comprensione reciproca, il rispetto, la fiducia. Anche a partire dall'interno dell'organizzazione di Emergency si vuol coltivare uno stile che, nelle inevitabili tensioni della vita, cerca la comprensione reciproca, il rispetto, la fiducia. Perchè ogni pace parte dalla consapevolezza delle mille sfaccettature che ci sono dentro di noi. Sfaccettature che se non se ne ha la consapevolezza, sono alla base della guerra interiore. E' invece la consapevolezza delle tensioni interiori in ognuno di noi a porre le basi per lavorare a costruire la pace interiore. Anche il mondo è un grande organismo con mille tensioni. Ed è la consapevolezza della complessità di questo immenso organismo e delle sue inevitabili tensioni a porre le basi della comprensione reciproca, del rispetto, della fiducia, ... della pace. E mostrare e insegnare ai ragazzi tutto questo significa lavorare per la pace.

sabato 4 gennaio 2014

134- La conoscenza(4) C'è chi crede in un essere superiore, e in genere si chiamano religiosi; c'è chi crede solo nell'uomo, nell'immanente, e in genere si chiamano atei; altri ancora pensano che nessuno possa dimostrare ciò che atei e religiosi sostengono, e in genere si  chiamano agnostici.
La persona religiosa può svegliarsi ogni mattina e volgere il pensiero, le emozioni all'essere superiore che ha scelto, sentirne la forza, la potenza, l'amore e pregare per i non religiosi e/o combatterli.
La persona atea può svegliarsi ogni mattina e pensare a come imprimere la propria impronta personale nella giornata, nella vita, nel mondo, pensandosi padrone di se stesso. Nel rapporto coi religiosi alle volte pensa come fare a mostrare loro l'inconsistenza del loro fondamento e/o combatterli.
L'agnostico si sveglia ogni mattina cercando di rapportarsi ad un mondo misterioso di cui sente di essere parte, accettando le incertezze del non saper rispondere alle domande fondamentali: cos'è la vita? perchè la vita? Osserva religiosi e atei e si chiede perchè credano senza prove, e non ha risposte. Si rapporta a loro sentendosi e dicendosi incompetente circa le loro scelte, desideroso solo di un contatto umano.
Il religioso guarda gli altri in modo indiretto, attraverso l'essere superiore, di cui pensa che tutti siano figli.
L'ateo guarda gli altri in modo diretto, come esseri che con i mezzi a loro disposizione cercano una strada di espressività e di sviluppo personale.
L'agnostico guarda gli altri in modo diretto, come persone di uguale dignità, che in modo misterioso cercano di dare un senso personale all'esistere, al vivere, alle relazioni.