mercoledì 29 gennaio 2014

136- Fine vita (1) Giorni fa ero con un amico. Gli arriva una telefonata: una persona cara è morta, quasi centenaria, in coma da qualche tempo. L'amico piange. Accolgo in silenzio il suo pianto. Dopo un po' gli chiedo in che cosa credeva la persona cara, quale era la "favola" che aveva abbracciato. Era cattolico. Quindi è in paradiso, è tornato nella casa del Padre. Esprimo allora dolcemente la mia comprensione, ma assieme anche la mia meraviglia ogni volta che ad un funerale osservo i cattolici piangere. Ricordo la frase del salmo 122: "laetatus sum in his, quae dicta sunt mihi: in domum domini ibimus (quale gioia quando mi dissero andremo alla casa del Signore)". Dunque è anche festa! Io non sono cattolico, la mia "favola" è tutta dentro la natura, la nostra madre terra, e mi piace pensare che quando i 100 trilioni di cellule che mi formano non ce la faranno più a collaborare fra loro, tornino velocemente, con la cremazione, al mare, alla terra, nell'aria. E mi piace immaginare che chi mi sarà vicino suoni la primavera di Vivaldi, un canto alla continua trasformazione della vita. A questo punto il mio amico sorride. Piange, ma sorride. 

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