Seminario n°4 : LA GESTIONE DELL'ANSIA
Col quarto seminario
riprendiamo il tema dell'ansia, che è legato al "blocco",
al bunrnout del primo seminario, alle difficoltà nel lavoro, nelle
relazioni... l'ansia!
Ci sono alcuni concetti che
se riesco a comunicarveli poi tutto il resto diventa molto facile, e
se riesco a comunicarveli bene potete diventare voi dei creatori di
modi di reagire positivamente all'ansia.
Una prima cosa che vi
chiedo di mettere a fuoco. E' una frase di Epitteto, questo filosofo
di cui abbiamo pochissimi scritti. C'è una sua frase molto
importante, che dice: non sono le cose a farci paura, o a crearci
benessere, ma è quello che noi pensiamo delle cose. Questo è il
nocciolo della psicologia.
Voi sapete forse, forse ne
avete avuto esperienza, che lo psicologo lavora con la parola. Qual è
il lavoro dello psicologo? Cercare di capire il mondo nel quale si
trova la persona per quell'aspetto che lo fa star male (poi ci sono
tanti altri aspetti che invece funzionano), cercare di capire bene
quali sono le cose che pensa, che immagina nello star male,
nell'avere un problema, nell'avere una difficoltà, e utilizzando le
conoscenze di psicologia, cercare piano piano, seguendolo, di
portarlo ad immaginare, a pensare qualcosa di diverso che lo aiuti a
star bene.
Noi diciamo in psicologia
che il nostro organismo è un organismo "direzionale": io
sono qui e voglio arrivare là e se ho delle immagini, dei pensieri e
degli atteggiamenti in sintonia con l'obiettivo al quale voglio
arrivare, farò un passo, poi un altro, poi un altro e così via, e
arrivo là. Se ho ansia vedrò l'obiettivo con ansia, e allora
proverò a cambiare direzione, e poi a cambiarla ancora e così via,
a zig zag, sprecando energie, tempo, risorse. Cioè immagino che
succederà questo, avverrà questo, ecc, tutto in negativo, e quando
arrivo là, al traguardo che ho temuto, ..... siccome ho inziato a
star male fin dal primo passo e poi nei passi successivi, ho molte
meno probabilità di arrivare in forze a quello che era il mio
obiettivo. Pensate allo studio, all'interrogazione, pensate
all'incontro con una persona, pensate a cosa pensate dei vostri
figli, dei vostri genitori, dei vostri capi, dei vostri colleghi, dei
vostri dipendenti, dei vostri amici, ecc.
Se invece mi metto in un
attegiamento che è funzionale all'obbiettivo le cose camminano. Un
passo alla volta vado.
Alcuni aspetti per fortuna,
e ci sono tanti aspetti nei quali funzioniamo bene. Ma se abbiamo un
problema di ansia le cose avvengono come nel primo disegno. Magari
per una persona è l'incontro coi professori, per l'altra persona è
la gestione del figlio, per un'altra ancora è l'incontro con una
persona da cui si sente attratta, che gli piace, ..... andate avanti
voi! In tanti di questi aspetti per voi non è un problema. Forse per
uno scatta invece l'ansia.
Questa la si chiama anche
"legge di attrazione", oppure con una parola
psicologicamente più utilizzata, "organismo direzionale".
Ma un ultimo concetto è
importante che vi dica, che riassume sia quello che vi ho detto di
Epitteto, sia il concetto di organismo direzionale o legge di
attrazione. Eccolo: il nostro organismo non distingue fra realtà e
immaginazione. Per questo Epitteto dice che non sono le cose che ci
creano ansia, ma quello che noi pensiamo delle cose.
Facciamo un piccolissimo
esperimento. Vi farà un po' male, ma recuperiamo subito. Provate ad
immaginare una forchetta di acciaio, di metterla in bocca e di
stringerla coi denti. Cosa provate? ... mamma mia che facce che vedo!
Eppure qui non c'è nessuna forchetta, non stiamo mettendola sotto i
denti, non la stiamo stringendo fra i denti: il nostro organismo non
distingue fra realtà e immaginazione.
Noi siamo esseri simbolici,
lavoriamo coi simboli, con le metafore, con le immagini. Addirittura
oggi (questa è una cosa molto difficile, ma ve la accenno soltanto)
la fisica fondamentale, dopo tutti i passaggi che ha fatto ...... Voi
ricordate: credevamo che la terra fosse ferma e tutto le girasse
attorno, ma non era la realtà; credevamo poi che la terra girasse
intorno al sole e girasse in tondo, ma arriva Keplero e dice no,
forma un ellisse; arriva Newton e dice ma come fanno a stare insieme
tutti questi corpi celesti? ... e inventa la forza di gravità che li
fa attrarre; arriva Einstein e dice no, hai sbagliato Newton, la
gravità è tutta un'altra storia e spiega come; arriva poi
Heisemberg e mostra che se noi andiamo nell'infinitamente piccolo le
cose che dice Einstein non funzionano più. Cioè tutta la storia
della nostra conoscenza (faremo un seminario sulla conoscenza) è
tutta una storia di "crediamo che sia, per poi scoprire che non
lo è, o lo è in modo diverso", "crediamo che sia, ma poi
scopriamo altri elementi e scopriamo che invece sta in un altro
modo". Però tutte le immaginazioni, da Tolomeo che credeva che
la terra fosse al centro di tutto, fino ad oggi, tutti i passaggi che
abbiamo fatto, per alcuni aspetti hanno sempre funzionato: i calcoli
di Tolomeo funzionavano, i calcoli di Copernico e poi di Newton
funzionavano, e continuano a funzionare in alcune realtà. Il lavoro
del fisico, di chi fa fisica fondamentale è soprattutto lavoro di
immaginazione, e dopo va a vedere se funziona.
Se io riesco a comunicari
questo, voi capite che la vostra immaginazione, l'immaginazione di
ognuno di noi, l'imparare a gestirla è fondamentale per star bene. E
se ricordate un'altra cosa, e cioè che alla natura che io, Marilena,
Valeria, Giovanni, ecc. siano felici non gliene importa nulla: alla
natura interessa soltanto da 3, 8 miliardi di anni che la vita si
moltiplichi, fare esperimenti di moltiplicazione della vita. E in 3,8
miliardi di anni, dalla prima cellula, era un batterio, siamo
arrivati a noi, 50 trilioni di cellule. Le mie cellule da 74 anni
circa lavorano assieme, non sappiamo perchè, e un giorno non ce la
faranno più a lavorare assieme.
Tutto questo per dirvi che
siamo noi, ognuno di noi, che abbiamo il compito di costruirci la
nostra felicità. Alla natura non interessa. E per costruirsi la
felicità, visto che siamo degli organismi direzionali, che viviamo
di simboli, di metafore, di immaginazione, è importante che ci
alleniamo a gestire la nostra immaginazione. E per farlo facciamo
subito un esercizio che vi faccia star bene, usando la nostra
immaginazione.
ESERCIZIO di rilassamento e
di benessere. La spiaggia.
Per farlo, chi desidera può
chiudere gli occhi (con gli occhi chiusi viene meglio in genere).
Chiudete gli occhi, portate l'attenzione al vostro respiro, fate un
bel respiro, un respiro profondo e ascoltate nel vostro respiro la
vita che è dentro di voi. La vostra vita che è unica ed è
irripetibile. E mentre ascoltate la vostra vita dentro di voi,
immaginate in questo momento di trovarvi su una spiaggia. Ci sono 5
gradini. Tu sei in alto, sul primo gradino. Ci sono 5 gradini da
scendere e poi c'è la spiaggia. Sei sul primo gradino, in alto. Ora
fai un bel respiro e scendi sul secondo gradino e ti rilassi. C'è la
temperatura, ci sono i colori che ti piacciono, c'è il sole giusto,
l'ombra giusta, la brezza giusta, il rumore di un mare tranquillo,
c'è la luminosità che ti piace. E ora che sei sul secondo gradino
fai un bel respiro e scendi sul terzo gradino e ti rilassi ancora di
più. E ora che sei sul terzo gradino fai un bel respiro e scendi sul
quarto gradino e ti rilassi ancora di più. E ora che sei sul quarto
gradino scendi sul quinto gradino e con un bel respiro ti rilassi
ulteriormente. E ora puoi fare qualche passo sulla spiaggia e andare
a sdraiarti dove meglio ti piace e rilassarti ascoltando il rumore
del mare sulla battigia. -senti sulla tua pelle il piacere del sole:
c'è il sole giusto, la temperatura giusta, e stai lì a godere di
tutto questo, con tranquillità. E quando volete riaprite gli occhi e
ritornate qui.
Come state? Bene! Eppure
qui non c'è nessun mare, nessuna spiaggia, nessun sole: il nostro
organismo non distingue fra realtà e immaginazione!
Vi spiego ora alcuni
aspetti di una tecnica che applicheremo ai problemi d'ansia. Più
avanti faremo un seminario sull'EMDR e lì approfondiremo questa
tecnica che ora vi spiego solo con alcuni accenni. Si è scoperto, e
poi è stato confermato dalle indagini di neuroimaging con la
risonana magnatica in particolare (oggi psicologi e neuroscienziati
lavorano molto assieme perchè le scoperte della psicologia vengono
molto confermate dalle immagini che ci mostrano quello che succede
nel nostro cervello mentre mangiamo, mentre chiacchieriamo, mentre
amiamo, mentre abbiamo paura, ecc.), si è scoperto (non sto ora
aspiegarvelo nei particolari perchè lo approfondiremo in quel
seminario) che il movimento degli occhi in particolare va a stimolare
alternativamente i due emisferi. Per chi è destro lavora di più
l'emisfero sinistro quando ragioniamo e l'emisfero destro invece
quando proviamo emozioni. La cosa si inverte per chi è mancino.
Allora ci si è chiesti: ma perchè non utilizzare questo?
Noi stiamo bene quando
ragionamento ed emozioni si parlano fra loro. Ad unire i due emisferi
c'è il corpo calloso, formato da tutte le fibre che collegano i due
emisferi.
Perchè allora non
utilizzare la stimolazione degli occhi? Potrei muovere il mio braccio
e invitarvi a seguirlo con gli occhi, ma siamo in molti e allora vi
chiedo di fissare due punti sui due lati estremi della parete di
fronte a voi e mentre faremo il prossimo esercizio muovere gli occhi
da un punto all'altro tenendo la testa ferma: così andremo a
stimolare il collegamento fra i due emisferi, fra ragione ed
emotività.
Ma si è visto che si può
fare anche diversamente: ad esempio mettendo le braccia incrociate
sul petto e stimolando con le mano alternativamente la spalla destra
con la mano sinistra e la spalla sinistra con la mano destra. Anche
così stimolo alternativamente i due emisferi stando con gli occhi
chiusi. Noi lo chiamiamo "il movimento a farfalla".
Un altro modo che utilizzo
è questo: faccio appoggiare le mani sul tavolo davanti a me e
alternatiamente tocco la mano destra e la mano sinistra della
persona, andando anche così a stimolare alternativamente i due
emisferi.
Un ulteriore metodo, se mi
trovo fra la gente, o per strada e ho un problema d'ansia, posso
anche mettere le mani conserte attorno alla vita e battere sui miei
fianchi alternativamente con la mano destra e la mano sinistra:
nessuno se ne accorgerà e io stimolerò i due emisferi!
Ora faremo l'esercizio e
quando vi dirò "andate a stimolare i due emisferi"
scegliete voi se muovere gli occhi come vi ho spiegato, o se
utilizzare le braccia incrociate sul petto o le mani conserte. Ora
che siete seduti vi indico anche un'altra possibilità: incrociare le
braccia sulle cosce e battete le mani alternativamente sulle due
cosce, stimolando anche così, alternativamente, i due emisferi.
Ognuno di voi è invitato
in questo momento a scegliere un aspetto che gli crea ansia. Qui non
posso seguirvi singolarmente, per cui vi chiedo di scegliere un'ansia
che non sia esagerata. Sapete che c'è un'ansia positiva, ad esempio
quella che se arrivo con la macchina ad un semaforo rosso mi fa
fermare; oppure se ho un'interrogazione mi fa studiare; e così via.
L'ansia giusta è quella che ci fa agire: se ho fame non sto ad
aspettare che arrivi il cibo, ma mi dò da fare invece per
soddisfarla, ecc. Questa è l'ansia positiva. Ansia e stress si
richiamano e per chi ha studiato il greco questa ansia la chiamiamo
"eustress", cioè stress buono. C'è invece un'ansia
negativa, che in qualche modo ci blocca, ed è quella di cui parliamo
oggi. Ma l'ansia negativa, che viene chiamata anche "distress",
cioè stress cattivo. Ed ha varie gradazioni, fino all'attacco di
panico. Qui non possiamo trattare l'attacco di panico, perchè
implica un rapporto personale fra psicoterapeuta e persona. Dobbiamo
quindi stare su livelli d'ansia che disturbano, che vorremmo
superare, ma bassi.
ESERCIZIO della frase
positiva
Prendete una situazione con
un po' d'ansia che vi piacerebbe alleggerire, magari superare.
Sintetizzate la vostra ansia in una frase negativa che dite a voi
stessi, ad esempio: non sono capace, non ce la farò, non sono in
grado, non valgo, sono un niente, non posso farcela, è impossibile
per me, ... Vi vengono queste o altre frasi negative quando avete
ansia?
Ogni frase negativa ha
sempre il suo esatto opposto, ad esempio a "non valgo" si
oppone "io valgo"; a "non sono capace" si oppone
"sono capace", ecc. Quindi ognuno di voi a una frase
negatia e sa individuare l'esatto opposto positivo.
Ora vi chiedo di
concentrarvi su quella situazione che vi crea un po' di ansia che
vorreste superare (non troppa, vi ripeto, perchè non è questa la
situazione nella quale possiamo risolvere problemi un po' pesanti).
Ora chi vuole chiuda gli
occhi e mentre vi concentrate su quell'episodio che vi crea un'ansia
che vorreste superare, provate a dirvi la frase positiva e a fare uno
degli esercizi di stimolazione dei due emisferi.
Sei dentro la situazione
che ti crea ansia, stimoli i due emisferi e ti dici la frase
positiva. Aggiungi colore alla situazione, mentre ti dici la frase
positiva, aggiungici i suoni, la musica che preferisci, aggiungi alla
situazione la luce, la luminosità che preferisci. Immergiti, di' la
frase positiva e stimola i due emisferi. E vai avanti finchè senti
che la situazione cambia e la frase positiva prende vigore e forza
dentro di te e ti trovi in uno stato d'animo diverso di fronte a
quella situazione.
Immaginare la situazione
con ansia, frase positiva, stimolazione dei due emisferi.
Come va? E' successo
qualcosa? E' cambiata qualche sfumatura?
ESERCIZIO del posto sicuro
Ora vi indico un'ulteriore
tecnica, che noi chiamiamo del "posto sicuro". Ricordate
sempre che il nostro organismo non distingue fra realtà e
immaginazione. Quindi se io ho una situazione che mi crea ansia ho
due alternative: o comincio a star male subito e starò male fino a
che arriva la situazione ansiogena, e sarò privo di forze e
probabilmente mi bloccherò, oppure lavoro per immaginare in
positivo, poi agisco di conseguenza secondo quello che mi dice la mia
sensibilità nel pormi in positivo, e arriverò alla situazione che
immaginavo ansiogena con energia, con la consapevolezza forte di aver
fatto quanto dipendeva da me.
Ho un'interrogazione? Se
parto adesso dicendomi che domani non ce la farò, comincio a star
male adesso e a preoccuparmi fino a domani. Se invece mi dico: ho
studiato, ho anche un bagaglio di conoscenze alle spalle, il mio
lavoro l'ho fatto, e allora ora mi godo i miei amici, il mio tempo
libero, da qui all'interrogazione di domani sto bene. Arrivo
all'interrogazione non distrutto dallo stress che non mi consentirà
di utilizzare le mie risorse anche se ho studiato (ricordate il
blocco, il burnout del primo seminario?). Se invece lavoro con la
frase positiva: Sono capace, ho fatto quello che mi era possibile, ho
studiato, ho alle spalle anche un bagaglio di conoscenze che mi può
aiutare, arrivo all'interrogazione e sarò nel pieno delle mie forze,
utilizzerò tutte le mie risorse.
Questo vale per tutto: per
gli incontri che al pensiero ci creano ansia, per tutte le situazioni
per noi ansiogene.
Adesso, per creare il
vostro "posto sicuro" vi chiedo di di individuare fra tutte
le situazioni belle che vi sono successe nella vita, una molto bella,
che quando vi immergete là, al mare, in montagna, con gli amici, da
soli o con altri, e immergendovi là non siete più qui, ma vi godete
quel ricordo splendido.
Siete pronti? Partiamo.
Mettetevi comodi e chi
vuole chiuda gli occhi e portando l'attenzione al vostro respiro, con
un bel respiro andate a quel bel ricordo, immergetevi.
Ora osserva la luce che c'è
in quel bel posto che ti dà piacere, bellezza, sicurezza e aumentala
se aumentare la luce ti dà piacere; osserva i colori e aumentali,
rendili più vivi se ti dà piacere; ascolta i suoni e introduci i
suoni che più ti piacciono.
Stai lì immerso a goderti
tutto questo, e mentre godi tutto questo unisci pollice e indice
della mano destra creando un collegamento fra questo gesto e il tuo
posto sicuro.
Quando volete riaprite gli
occhi e tornate qui.
In qualsiasi momento
d'ansia, per recuperare e riuscire a ripartire vi serve molto
rilassarvi, ad esempio con l'esercizio dei gradini verso la spiaggia,
ma vi può servire anche andare al vostro "posto sicuro",
che è uno strumento alle volte velocissimo e molto rilassante.
Ma perchè vi ho fatto
unire pollice e indice della mano destra? Lo spiegheremo meglio
quando faremo il seminario sulla PNL e si chiama "ancoraggio",
cioè io collego volontariamente il mio stato d'animo a un gesto, a
qualcosa. Io ho scelto uno dei più semplici, unire pollice e indice,
perchè? L'abbiamo fatto una volta solo, ma ora vi dico: provate a
chiudere gli occhi adesso, unire il pollice e l'indice partendo
quindi dall' "ancoraggio" invece che dalle immagini.
Facciamolo.
Chiudete gli occhi, unite
pollice e indice e andate immediatamene a quella scena.
Se voi questo
esercizio..... Vi dicevo prima: la felicità è qualcosa che ci
costruiamo noi, alla natura non interessa ... Bene: se voi vi
allenate a fare questo esercizio, questi esercizi, vedrete che dopo
un po' di volte vi basterà fare l'ancoraggio e immediatamente, in un
attimo, vi sarà facile accedere a questo stato di benessere che
spero adesso avete provato.
C'è un'altra tecnica ....
Vedete che vi sto dando una serie di strumenti, una serie perchè
ognuno di noi è diverso ... c'è chi si trova meglio con uno, chi si
trova meglio con l'altro ... se ve ne dò vari avete la possibilità
di scegliere. Oppure siete magari così fortunati che vi vanno bene
tutti e ve la godete a tutto spiano. E l'ansia diventa qualcosa che
vi fa sorridere e passo dopo passo porvi in una situazione positiva,
arrivando con tutte le vostre energie ancora fresche al momento che
vi creava ansia.
ESERCIZIO: rilassamento
differenziale di Jacobson
Ve lo conduco velocemente.
E' un esercizio splendido per chi vuol dormire bene. Quante frasi
negative ci si dice se si soffre d'insonnia: non ce la farò, starò
sveglia come un grillo, ecc. Il rilassamento differenziale di
Jacobson è molto utile a superare quest'ansia.
Si tratta di questo:
Jacobson lavorando con dei biologi ha scoperto che se noi stringiamo
fortemente un muscolo e poi lo lasciamo andare di colpo avviene un
fenomeno per cui tutto quel muscolo si rilassa, non solo, ma c'è un
effetto alone anche sul resto dell'organismo.
Allora, immaginiamo di
essere a letto, ma qui lo faremo anche stando seduti.
Non ve lo spiego: lo
facciamo. Se volete chiudete gli occhi perchè tutto diventa più
semplice e più concentrato. Fate un bel respiro, portate
l'attenzione al vostro respiro. E ora visualizza la tua gamba destra:
il piede, il tallone, il polpaccio, il ginocchio, la coscia, il
gluteo; e adesso stringi forte forte tutti i muscoli della tua gamba
destra, forte, forte, più forte che puoi, e poi di colpo lasciala
andare. Ok!
Si ripete una seconda
volta: visualizza ancora la tua gamba destra, piede, tallone,
polpaccio, ginocchio, coscia, gluteo; e adesso stringi forte forte
tutti i muscoli della tua gamba destra, forte, forte, più forte che
puoi, e poi di colpo lasciala andare. Ok! La tua gamba destra è
rilassata e il rilassamento comincia ad estendersi al resto
dell'organismo.
E ora visualizza la tua
gamba sinistra: il piede, il tallone, il polpaccio, il ginocchio, la
coscia, il gluteo; e adesso stringi forte forte tutti i muscoli della
tua gamba sinistra, forte, forte, più forte che puoi, e poi di colpo
lasciala andare. Ok!
Si ripete una seconda
volta: visualizza ancora la tua gamba sinistra, piede, tallone,
polpaccio, ginocchio, coscia, gluteo; e adesso stringi forte forte
tutti i muscoli della tua gamba sinistra, forte, forte, più forte
che puoi, e poi di colpo lasciala andare. Ok! Ora le tue gambe sono
rilassate.
Ora visualizza il tuo
braccio destro: dita, palmo, polso, avanbraccio, braccio fino alla
spalla. Stringi forte forte tutti i muscoli del braccio stringendo
anche il pugno. E ora molla tutto di colpo.
Lascia che si rilassi tutto
e poi ripeti: visualizza il tuo braccio destro: dita, palmo, polso,
avanbraccio, braccio fino alla spalla. Stringi forte forte tutti i
muscoli del braccio destro stringendo anche il pugno. E ora molla
tutto di colpo.
Ripeti ora sul braccio
sinistro: visualizza il tuo braccio sinistro: dita, palmo, polso,
avanbraccio, braccio fino alla spalla. Stringi forte forte tutti i
muscoli del braccio sinistro stringendo anche il pugno. E ora molla
tutto di colpo.
Lascia che si rilassi tutto
e poi ripeti: visualizza il tuo braccio sinistro: dita, palmo, polso,
avanbraccio, braccio fino alla spalla. Stringi forte forte tutti i
muscoli del braccio sinistro stringendo anche il pugno. E poi molla
tutto di colpo. E ora anche le braccia stanno dando il loro
contributo al rilassamento generale.
Ora visualizza il tuo
collo. Muovilo da una parte all'altra un po' di volte e poi di colpo
abbandonalo.
Ripeti: visualizza il tuo
collo. Muovilo da una parte all'altra un po' di volte e poi di colpo
abbandonalo.
Ora visualizza la tua spina
dorsale: le cervicali, le dorsali, le lombari, le sacrali. Per
rilassare la spina dorsale fai prima un grande respiro riempiendo
completamente i polmoni, e poi soffiando fortemente e velocemente
svuota di colpo i polmoni. Anche la spina dorsale si rilassa.
Ripeti: cervicali,
dorsali, lombari, sacrali. Fai un grande respiro riempiendo
completamente i polmoni, e poi soffiando fortemente e velocemente
svuota di colpo i polmoni . Anche la spina dorsale ora è rilassata.
Ma resta un'ultima parte
del nostro organismo dove si accumulano molte tensioni: il volto.
Visualizzalo e con molta tranquillità muovi tutti i muscoli del
volto strizzandoli, facendo mille smorfie, la bocca, il naso, le
gote, gli occhi, la fronte. Senti tutte le tensioni che si smuovono e
strizzale più forte che puoi facendo mille smorfie. Poi di colpo
lascia andare.
Ripeti una seconda volta:
visualizza il volto e con molta tranquillità muovi tutti i muscoli
del volto strizzandoli, facendo mille smorfie, bocca, naso, gote,
occhi, fronte. Senti tutte le tensioni che si smuovono e strizzale
più forte che puoi facendo mille smorfie. Poi di colpo lascia
andare.
E ora che hai fatto tutto
questo stimola i due emisferi in questo stato di rilassamento
generale, nel modo che preferisci.
Immaginate questo esercizio
fatto quando vi coricate, e finito l'esercizio vi mettete piano piano
nella posizione che preferite per dormire.
ESERCIZI di sintesi
Voi sapete che è molto
importante esercitarsi. La felicità, ora la sapete, è frutto di un
lavoro fatto con consapevolezza. Cominciamo ad unire un po' di questi
esercizi: prendiamo una situazione che vi crea un po' d'ansia,
prendete la frase negativa, prendete l'esatto contrario, cioè la
frase positiva, preziosissima, e vi chiederò di fare l'esercizio dei
5 gradini da soli, rafforzando la frase positiva mentre
contemporaneamente stimolate i due emisferi. Pronti? Via! Quando
avrete finito riaprirete gli occhi e tornerete qui.
Continuiamo l'allenamento.
Mi piacerebbe che voi usciste di qui questa sera con una serie di
stimoli che vi spingano ad allenarvi. Prendete ora un'altra
situazione d'ansia e fate la stessa cosa col "posto sicuro":
situazione che vi crea ansia, frase negativa, l'esatto contrario cioè
frase positiva, andate al vostro posto sicuro rafforzando la frase
positiva, e contemporanea stimolazione dei due emisferi. Via!
Inseriamo ora anche l'ancoraggio: nel momento in cui siete nel
massimo del benessere possibile in questo momento, stimolate
l'ancoraggio con pollice e indice della mano destra. Quando avrete
finito riaprirete gli occhi e tornerete qui.
Bene. Continuiamo ad
allenarci. Abbiamo anche il rilassamento differenziale di Jacobson.
Individuate una terza situazione di ansia --- penso che tutti ne
abbiamo alcune, non meravigliatevi: il prolema non è avere dei
problemi, a meno che qui qualcuno sia un dio o una dea ... è un
altro principio della psicologia: mai meravigliarsi di incontrare dei
problemi, ma imparare a gestirli, è questo ciò che è importante.
Allora, dopo aver individuato una terza situazione ansiogena (ne
abbiamo un buon bagaglio, visto che non siamo dei o dee), poi
immagine, frase negativa, esatto contrario e cioè frase positiva,
rilassamento differenziale focalizzandosi sulla frase positiva e
ancoraggio nel momento migliore.
L'ancora può essere
qualsiasi cosa: pollice e indice, ma anche un tocco, un tono di voce,
una parola, un'immagine, ... qualunque cosa facile, semplice,
immediata, che voi inventate e che scegliete di collegare a quello
stato di benessere. Pronti? Via! E poi tornerete qui.
Più si ripetono questi
esercizi, o altri che su questi principi potete inventare, più
velocemente potrete superare momenti di ansia, immagini di ansia
anticipatoria, e con più serenità esaminare i passi da fare per
andare con tutte le vostre energie verso il vostro obiettivo.
C'è un brevissimo flash
che voglio regalarvi: un giorno l'ansia bussò alla porta, il
coraggio andò ad aprire, e non c'era nessuno! Noi potremmo dire:
l'ansia bussò alla porta, la nostra capacità di consapevolezza e di
gestione andò alla porta, e non trovò nessuno.
Possiamo ora riassumere i
concetti centrali, perchè è lì che sta il segreto. Poi gli
esercizi li potete inventare voi, ne potete inventare uno al giorno e
scegliere quelli che più sentite efficaci per ognuno di voi, nella
specificità di ognuno.
Vorrei essere riuscito a
comunicarvi che:
- "non sono le cose a farci paura, ma quello che noi pensiamo delle cose"
- "il nostro organismo non ditingue fra realtà e immaginazione"
E allora coltiviamo
l'immaginazione e avremo un enorme vantaggio perchè se rivedete i
due disegni iniziali, invece di fare l'enorme fatica legata all'ansia
e arrivare al traguardo con la lingua fuori, andremo piuttosto
linearmente verso ogni situazione, con tutte le nostre energie
abbastanza intatte, e con maggiore possibilità di farcela. Posso
anche non farcela, e allora ne prendo atto, è un feedback che la
realtà mi dà. La realtà mi prende a calci se io non la rispetto.
Ma se io ho fatto il percorso più lineare del secondo disegno,
anzitutto mi sono garantito di stare sufficientemente bene durante
il percoso, poi se il mio rapporto con la realtà funziona continuerò
a star bene, e userò le mie energie in qualunque situazione; ho
invece sbagliato qualcosa? La realtà mi dà sicuramente un calcio,
ma non mi scoraggio e mi chiedo "dove ho mancato?", "Cosa
posso cambiare?".
In questo modo io ottengo
più risultati:
- non mi faccio fregare dall'ansia lungo il cammino e quindi faccio un percorso positivo, di sufficiente benessere
- ho consapevolezza che può funzionare o non funzionare
- se funziona continuo col metodo che ho sperimentato essere efficace
- se non funziona so che devo cambiare. Non dò la colpa a nessuno, non dò la colpa al genitore, al professore, al compagno, all'amico, ecc.. Mi chiedo che cosa ho sbagliato in questo percorso? E intanto durante il percorso sono stato sufficentemente bene.
Ricordate che in psicologia
la prima cosa che uno psicoterapeuta fa è capire il mondo della
persona che ha davanti, capire cosa ha fatto fino a quel momento per
cercare di superare il suo problema. Non ce l'ha fatta. Allora,
conoscendo i suoi tentativi, metterli da parte perchè non hanno
funzionato. E utilizzando le conoscenze e l'esperienza dovrà
individuare un percorso che sia diverso dai suoi tentativi
infruttuosi, e aiutare la persona a fare un primo piccolo passo
diverso da prima, e poi un secondo passo e poi un terzo, e così via.
E saranno passi diversi da quelli che la persona ha fatto senza
risultati. La psicoterapia è sempre la ricerca, non facile, di
piccoli passi di cambiamento. Ma io non posso individuare dei piccoli
passi di cambiamento se non ho chiaro qual è il percorso che non ha
funzionato.
Ognuno di noi cerca delle
soluzioni, ma un altro principio della psicologia importantissimo ci
dice che purtroppo quando un nostro comportamento funziona, tendiamo
poi a ripeterlo anche in altre situazioni, senza alle volte chiederci
se la situazione è cambiata. Un caso classico: è il professore che
non capisce niente, è il professore che ha sempre il mal di pancia,
è mio marito che non funziona, è mia moglie, è mio padre, è mia
madre, il mio amico che non funziona. Usiamo degli scaricabarili, che
in psicologia si chiamano proiezioni.
Questi approcci proiettivi
non funzionano, non ci aiutano a risolvere un problema, perchè noi
siamo "relazione". Questo significa che anche noi siamo un
elemento del giro, del cerchio relazionale, e la cosa fondamentale,
visto che gli altri non li possiamo cambiare, è chiederci: cosa
posso cambiare io perchè la situazione si smuova? Qual è la mossa
sbagliata che sto continuando a ripetere?
Siamo ormai verso la fine e
concludiamo,per chi vuole, facendo l'ultimo esercizio. Lo abbiamo
fatto anche alla fine del primo seminario, quello sul blocco, sul
burnout. Perchè lo ripropongo? Perchè è un esercizio che punta sul
senso di sè, sull'autostima. Se ognuno di noi riesce a pensare con
forza "io valgo" e riesce a sentire il proprio valore....
qui siamo 80-90 persone, siamo tutti diversi e tutti valiamo.... ecco
allora un esercizio puntato a coltivare il senso positivo di sè.
Allora sarà più facile uscire anche dalle paure, guardare negli
occhi le persone, le situazioni. Siete pronti?
ESERCIZIO "io valgo"
Chiudete
gli occhi, portate l'attenzione al vostro respiro, fate un grande
respiro. Il respiro è la vita dentro di noi, è l'ossigeno che
permette a tutte le nostre cellule di lavorare. Questi 50 trilioni di
cellule che formano ognuno di noi, che non sappiamo perchè, da tanti
anni (pochi per alcuni, molti per altri) continuano a collaborare e
non sappiamo perchè.
E
mentre ascoltate il vostro respiro, la vostra vita, unica e
irripetibile dentro di voi, in questo momento immaginate alle vostre
spalle i vostri genitori che vi mettono una mano sulle spalle e vi
sorridono. Al di là dei loro limiti vi hanno trasmesso la cosa più
preziosa che hai: la vita. E ora sai che è tua, è nelle tue mani.
E
dietro i tuoi genitori immagina i nonni che ti sorridono. E dietro i
nonni immagina centinaia di volti che ti sorridono: sono i tuoi
antenati, una catena infinita, lunghissima. Gente che ha lavorato, di
generazione in generazione perchè la vita arrivasse fino a te,
perchè tu e non un'altra persona, perchè tu potessi fare esperienza
della vita.
E
forse puoi pensare che in questa catena, in qualunque punto, se
quella coppia avesse fatto l'amore un'ora dopo, cinque minuti dopo,
tutto da quel punto in poi sarebbe cambiato e tu, tu, tu, non saresti
mai esistito. E invece da migliaia di anni tutto avviene perchè tu,
tu, tu fossi qui oggi a fare esperienza della tua vita.
E
allora , ascoltando la vita dentro di te, immagina di voltarti verso
i tuoi genitori, i tuoi nonni, i tuoi antenati, e al di là dei loro
limiti, onorarli e ringraziarli per la vita che ti hanno trasmesso, e
che ora è tua, unica e irripetibile.
E
dopo averli salutati e ringraziati, voltati di nuovo e guarda ora
davanti a te, la tua vita, che è nelle tue mani. E mentre ascolti la
tua vita dentro di te, immagina di cominciare ad ascoltare una voce
che arriva dalla parte più profonda di te, e che dice, forse
debolmente all'inizio, ma che potrà rafforzarsi giorno dopo giorno,
una voce che dice:
io
valgo
io
sono ..... (e qui metti il tuo nome)
e
sono unica e irripetibile
e
giorno dopo giorno
io
sono capace
di
percepire
e
poi percorrere
con
equilibrio
la mia strada.
State
lì a godervi tutto questo, e la mia indicazione è: fatelo ogni
giorno, a rafforzare ogni giorno il vostro senso di sè. Non
permettete a nessuno di schiacciarvi. Rafforzate il vostro senso di
sè, e più sarete forti dentro di voi, più coltiverete il bel tempo
dentro di voi, più vi sarà agevole rapportarvi in modo equilibrato
agli altri.
Alcuni
libri utili:
- "Vivi la vita che desideri con la PNL" di R. Bandler; ed Alessio Roberti (€19,90)
- "Lasciare il passato nel passato, tecniche di auto aiuto nell'EMDR", di .F Shapiro; ed Astrolabio (€27)
- "La paura è una sega mentale, come liberarsene per sempre", di G.C. Giacobbe; ed Mondadori (€16)
- "Come diventare Budda in cinque settimane", di G.C. Giacobbe; ed Ponte alle Grazie (€12)
- "Usare il cervello per cambiare", di R. Bandler, ed. Astroabio (€12)
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