sabato 22 aprile 2017

160- LA GESTIONE DELL'ANSIA Seminario di psicologia pratica "in un'ora"  tenuto presso Res Publica, Alghero. L'audio dei vari seminari si trova su Youtube: "Gian Luigi Pirovano seminari di psicologia"


Seminario n°4 : LA GESTIONE DELL'ANSIA

Col quarto seminario riprendiamo il tema dell'ansia, che è legato al "blocco", al bunrnout del primo seminario, alle difficoltà nel lavoro, nelle relazioni... l'ansia!
Ci sono alcuni concetti che se riesco a comunicarveli poi tutto il resto diventa molto facile, e se riesco a comunicarveli bene potete diventare voi dei creatori di modi di reagire positivamente all'ansia.
Una prima cosa che vi chiedo di mettere a fuoco. E' una frase di Epitteto, questo filosofo di cui abbiamo pochissimi scritti. C'è una sua frase molto importante, che dice: non sono le cose a farci paura, o a crearci benessere, ma è quello che noi pensiamo delle cose. Questo è il nocciolo della psicologia.
Voi sapete forse, forse ne avete avuto esperienza, che lo psicologo lavora con la parola. Qual è il lavoro dello psicologo? Cercare di capire il mondo nel quale si trova la persona per quell'aspetto che lo fa star male (poi ci sono tanti altri aspetti che invece funzionano), cercare di capire bene quali sono le cose che pensa, che immagina nello star male, nell'avere un problema, nell'avere una difficoltà, e utilizzando le conoscenze di psicologia, cercare piano piano, seguendolo, di portarlo ad immaginare, a pensare qualcosa di diverso che lo aiuti a star bene.
Noi diciamo in psicologia che il nostro organismo è un organismo "direzionale": io sono qui e voglio arrivare là e se ho delle immagini, dei pensieri e degli atteggiamenti in sintonia con l'obiettivo al quale voglio arrivare, farò un passo, poi un altro, poi un altro e così via, e arrivo là. Se ho ansia vedrò l'obiettivo con ansia, e allora proverò a cambiare direzione, e poi a cambiarla ancora e così via, a zig zag, sprecando energie, tempo, risorse. Cioè immagino che succederà questo, avverrà questo, ecc, tutto in negativo, e quando arrivo là, al traguardo che ho temuto, ..... siccome ho inziato a star male fin dal primo passo e poi nei passi successivi, ho molte meno probabilità di arrivare in forze a quello che era il mio obiettivo. Pensate allo studio, all'interrogazione, pensate all'incontro con una persona, pensate a cosa pensate dei vostri figli, dei vostri genitori, dei vostri capi, dei vostri colleghi, dei vostri dipendenti, dei vostri amici, ecc.






Se invece mi metto in un attegiamento che è funzionale all'obbiettivo le cose camminano. Un passo alla volta vado.




Alcuni aspetti per fortuna, e ci sono tanti aspetti nei quali funzioniamo bene. Ma se abbiamo un problema di ansia le cose avvengono come nel primo disegno. Magari per una persona è l'incontro coi professori, per l'altra persona è la gestione del figlio, per un'altra ancora è l'incontro con una persona da cui si sente attratta, che gli piace, ..... andate avanti voi! In tanti di questi aspetti per voi non è un problema. Forse per uno scatta invece l'ansia.
Questa la si chiama anche "legge di attrazione", oppure con una parola psicologicamente più utilizzata, "organismo direzionale".
Ma un ultimo concetto è importante che vi dica, che riassume sia quello che vi ho detto di Epitteto, sia il concetto di organismo direzionale o legge di attrazione. Eccolo: il nostro organismo non distingue fra realtà e immaginazione. Per questo Epitteto dice che non sono le cose che ci creano ansia, ma quello che noi pensiamo delle cose.
Facciamo un piccolissimo esperimento. Vi farà un po' male, ma recuperiamo subito. Provate ad immaginare una forchetta di acciaio, di metterla in bocca e di stringerla coi denti. Cosa provate? ... mamma mia che facce che vedo! Eppure qui non c'è nessuna forchetta, non stiamo mettendola sotto i denti, non la stiamo stringendo fra i denti: il nostro organismo non distingue fra realtà e immaginazione.
Noi siamo esseri simbolici, lavoriamo coi simboli, con le metafore, con le immagini. Addirittura oggi (questa è una cosa molto difficile, ma ve la accenno soltanto) la fisica fondamentale, dopo tutti i passaggi che ha fatto ...... Voi ricordate: credevamo che la terra fosse ferma e tutto le girasse attorno, ma non era la realtà; credevamo poi che la terra girasse intorno al sole e girasse in tondo, ma arriva Keplero e dice no, forma un ellisse; arriva Newton e dice ma come fanno a stare insieme tutti questi corpi celesti? ... e inventa la forza di gravità che li fa attrarre; arriva Einstein e dice no, hai sbagliato Newton, la gravità è tutta un'altra storia e spiega come; arriva poi Heisemberg e mostra che se noi andiamo nell'infinitamente piccolo le cose che dice Einstein non funzionano più. Cioè tutta la storia della nostra conoscenza (faremo un seminario sulla conoscenza) è tutta una storia di "crediamo che sia, per poi scoprire che non lo è, o lo è in modo diverso", "crediamo che sia, ma poi scopriamo altri elementi e scopriamo che invece sta in un altro modo". Però tutte le immaginazioni, da Tolomeo che credeva che la terra fosse al centro di tutto, fino ad oggi, tutti i passaggi che abbiamo fatto, per alcuni aspetti hanno sempre funzionato: i calcoli di Tolomeo funzionavano, i calcoli di Copernico e poi di Newton funzionavano, e continuano a funzionare in alcune realtà. Il lavoro del fisico, di chi fa fisica fondamentale è soprattutto lavoro di immaginazione, e dopo va a vedere se funziona.
Se io riesco a comunicari questo, voi capite che la vostra immaginazione, l'immaginazione di ognuno di noi, l'imparare a gestirla è fondamentale per star bene. E se ricordate un'altra cosa, e cioè che alla natura che io, Marilena, Valeria, Giovanni, ecc. siano felici non gliene importa nulla: alla natura interessa soltanto da 3, 8 miliardi di anni che la vita si moltiplichi, fare esperimenti di moltiplicazione della vita. E in 3,8 miliardi di anni, dalla prima cellula, era un batterio, siamo arrivati a noi, 50 trilioni di cellule. Le mie cellule da 74 anni circa lavorano assieme, non sappiamo perchè, e un giorno non ce la faranno più a lavorare assieme.
Tutto questo per dirvi che siamo noi, ognuno di noi, che abbiamo il compito di costruirci la nostra felicità. Alla natura non interessa. E per costruirsi la felicità, visto che siamo degli organismi direzionali, che viviamo di simboli, di metafore, di immaginazione, è importante che ci alleniamo a gestire la nostra immaginazione. E per farlo facciamo subito un esercizio che vi faccia star bene, usando la nostra immaginazione.

ESERCIZIO di rilassamento e di benessere. La spiaggia.
Per farlo, chi desidera può chiudere gli occhi (con gli occhi chiusi viene meglio in genere). Chiudete gli occhi, portate l'attenzione al vostro respiro, fate un bel respiro, un respiro profondo e ascoltate nel vostro respiro la vita che è dentro di voi. La vostra vita che è unica ed è irripetibile. E mentre ascoltate la vostra vita dentro di voi, immaginate in questo momento di trovarvi su una spiaggia. Ci sono 5 gradini. Tu sei in alto, sul primo gradino. Ci sono 5 gradini da scendere e poi c'è la spiaggia. Sei sul primo gradino, in alto. Ora fai un bel respiro e scendi sul secondo gradino e ti rilassi. C'è la temperatura, ci sono i colori che ti piacciono, c'è il sole giusto, l'ombra giusta, la brezza giusta, il rumore di un mare tranquillo, c'è la luminosità che ti piace. E ora che sei sul secondo gradino fai un bel respiro e scendi sul terzo gradino e ti rilassi ancora di più. E ora che sei sul terzo gradino fai un bel respiro e scendi sul quarto gradino e ti rilassi ancora di più. E ora che sei sul quarto gradino scendi sul quinto gradino e con un bel respiro ti rilassi ulteriormente. E ora puoi fare qualche passo sulla spiaggia e andare a sdraiarti dove meglio ti piace e rilassarti ascoltando il rumore del mare sulla battigia. -senti sulla tua pelle il piacere del sole: c'è il sole giusto, la temperatura giusta, e stai lì a godere di tutto questo, con tranquillità. E quando volete riaprite gli occhi e ritornate qui.
Come state? Bene! Eppure qui non c'è nessun mare, nessuna spiaggia, nessun sole: il nostro organismo non distingue fra realtà e immaginazione!
Vi spiego ora alcuni aspetti di una tecnica che applicheremo ai problemi d'ansia. Più avanti faremo un seminario sull'EMDR e lì approfondiremo questa tecnica che ora vi spiego solo con alcuni accenni. Si è scoperto, e poi è stato confermato dalle indagini di neuroimaging con la risonana magnatica in particolare (oggi psicologi e neuroscienziati lavorano molto assieme perchè le scoperte della psicologia vengono molto confermate dalle immagini che ci mostrano quello che succede nel nostro cervello mentre mangiamo, mentre chiacchieriamo, mentre amiamo, mentre abbiamo paura, ecc.), si è scoperto (non sto ora aspiegarvelo nei particolari perchè lo approfondiremo in quel seminario) che il movimento degli occhi in particolare va a stimolare alternativamente i due emisferi. Per chi è destro lavora di più l'emisfero sinistro quando ragioniamo e l'emisfero destro invece quando proviamo emozioni. La cosa si inverte per chi è mancino. Allora ci si è chiesti: ma perchè non utilizzare questo?
Noi stiamo bene quando ragionamento ed emozioni si parlano fra loro. Ad unire i due emisferi c'è il corpo calloso, formato da tutte le fibre che collegano i due emisferi.
Perchè allora non utilizzare la stimolazione degli occhi? Potrei muovere il mio braccio e invitarvi a seguirlo con gli occhi, ma siamo in molti e allora vi chiedo di fissare due punti sui due lati estremi della parete di fronte a voi e mentre faremo il prossimo esercizio muovere gli occhi da un punto all'altro tenendo la testa ferma: così andremo a stimolare il collegamento fra i due emisferi, fra ragione ed emotività.
Ma si è visto che si può fare anche diversamente: ad esempio mettendo le braccia incrociate sul petto e stimolando con le mano alternativamente la spalla destra con la mano sinistra e la spalla sinistra con la mano destra. Anche così stimolo alternativamente i due emisferi stando con gli occhi chiusi. Noi lo chiamiamo "il movimento a farfalla".
Un altro modo che utilizzo è questo: faccio appoggiare le mani sul tavolo davanti a me e alternatiamente tocco la mano destra e la mano sinistra della persona, andando anche così a stimolare alternativamente i due emisferi.
Un ulteriore metodo, se mi trovo fra la gente, o per strada e ho un problema d'ansia, posso anche mettere le mani conserte attorno alla vita e battere sui miei fianchi alternativamente con la mano destra e la mano sinistra: nessuno se ne accorgerà e io stimolerò i due emisferi!
Ora faremo l'esercizio e quando vi dirò "andate a stimolare i due emisferi" scegliete voi se muovere gli occhi come vi ho spiegato, o se utilizzare le braccia incrociate sul petto o le mani conserte. Ora che siete seduti vi indico anche un'altra possibilità: incrociare le braccia sulle cosce e battete le mani alternativamente sulle due cosce, stimolando anche così, alternativamente, i due emisferi.
Ognuno di voi è invitato in questo momento a scegliere un aspetto che gli crea ansia. Qui non posso seguirvi singolarmente, per cui vi chiedo di scegliere un'ansia che non sia esagerata. Sapete che c'è un'ansia positiva, ad esempio quella che se arrivo con la macchina ad un semaforo rosso mi fa fermare; oppure se ho un'interrogazione mi fa studiare; e così via. L'ansia giusta è quella che ci fa agire: se ho fame non sto ad aspettare che arrivi il cibo, ma mi dò da fare invece per soddisfarla, ecc. Questa è l'ansia positiva. Ansia e stress si richiamano e per chi ha studiato il greco questa ansia la chiamiamo "eustress", cioè stress buono. C'è invece un'ansia negativa, che in qualche modo ci blocca, ed è quella di cui parliamo oggi. Ma l'ansia negativa, che viene chiamata anche "distress", cioè stress cattivo. Ed ha varie gradazioni, fino all'attacco di panico. Qui non possiamo trattare l'attacco di panico, perchè implica un rapporto personale fra psicoterapeuta e persona. Dobbiamo quindi stare su livelli d'ansia che disturbano, che vorremmo superare, ma bassi.

ESERCIZIO della frase positiva
Prendete una situazione con un po' d'ansia che vi piacerebbe alleggerire, magari superare. Sintetizzate la vostra ansia in una frase negativa che dite a voi stessi, ad esempio: non sono capace, non ce la farò, non sono in grado, non valgo, sono un niente, non posso farcela, è impossibile per me, ... Vi vengono queste o altre frasi negative quando avete ansia?
Ogni frase negativa ha sempre il suo esatto opposto, ad esempio a "non valgo" si oppone "io valgo"; a "non sono capace" si oppone "sono capace", ecc. Quindi ognuno di voi a una frase negatia e sa individuare l'esatto opposto positivo.
Ora vi chiedo di concentrarvi su quella situazione che vi crea un po' di ansia che vorreste superare (non troppa, vi ripeto, perchè non è questa la situazione nella quale possiamo risolvere problemi un po' pesanti).
Ora chi vuole chiuda gli occhi e mentre vi concentrate su quell'episodio che vi crea un'ansia che vorreste superare, provate a dirvi la frase positiva e a fare uno degli esercizi di stimolazione dei due emisferi.
Sei dentro la situazione che ti crea ansia, stimoli i due emisferi e ti dici la frase positiva. Aggiungi colore alla situazione, mentre ti dici la frase positiva, aggiungici i suoni, la musica che preferisci, aggiungi alla situazione la luce, la luminosità che preferisci. Immergiti, di' la frase positiva e stimola i due emisferi. E vai avanti finchè senti che la situazione cambia e la frase positiva prende vigore e forza dentro di te e ti trovi in uno stato d'animo diverso di fronte a quella situazione.
Immaginare la situazione con ansia, frase positiva, stimolazione dei due emisferi.
Come va? E' successo qualcosa? E' cambiata qualche sfumatura?

ESERCIZIO del posto sicuro
Ora vi indico un'ulteriore tecnica, che noi chiamiamo del "posto sicuro". Ricordate sempre che il nostro organismo non distingue fra realtà e immaginazione. Quindi se io ho una situazione che mi crea ansia ho due alternative: o comincio a star male subito e starò male fino a che arriva la situazione ansiogena, e sarò privo di forze e probabilmente mi bloccherò, oppure lavoro per immaginare in positivo, poi agisco di conseguenza secondo quello che mi dice la mia sensibilità nel pormi in positivo, e arriverò alla situazione che immaginavo ansiogena con energia, con la consapevolezza forte di aver fatto quanto dipendeva da me.
Ho un'interrogazione? Se parto adesso dicendomi che domani non ce la farò, comincio a star male adesso e a preoccuparmi fino a domani. Se invece mi dico: ho studiato, ho anche un bagaglio di conoscenze alle spalle, il mio lavoro l'ho fatto, e allora ora mi godo i miei amici, il mio tempo libero, da qui all'interrogazione di domani sto bene. Arrivo all'interrogazione non distrutto dallo stress che non mi consentirà di utilizzare le mie risorse anche se ho studiato (ricordate il blocco, il burnout del primo seminario?). Se invece lavoro con la frase positiva: Sono capace, ho fatto quello che mi era possibile, ho studiato, ho alle spalle anche un bagaglio di conoscenze che mi può aiutare, arrivo all'interrogazione e sarò nel pieno delle mie forze, utilizzerò tutte le mie risorse.
Questo vale per tutto: per gli incontri che al pensiero ci creano ansia, per tutte le situazioni per noi ansiogene.
Adesso, per creare il vostro "posto sicuro" vi chiedo di di individuare fra tutte le situazioni belle che vi sono successe nella vita, una molto bella, che quando vi immergete là, al mare, in montagna, con gli amici, da soli o con altri, e immergendovi là non siete più qui, ma vi godete quel ricordo splendido.
Siete pronti? Partiamo.
Mettetevi comodi e chi vuole chiuda gli occhi e portando l'attenzione al vostro respiro, con un bel respiro andate a quel bel ricordo, immergetevi.
Ora osserva la luce che c'è in quel bel posto che ti dà piacere, bellezza, sicurezza e aumentala se aumentare la luce ti dà piacere; osserva i colori e aumentali, rendili più vivi se ti dà piacere; ascolta i suoni e introduci i suoni che più ti piacciono.
Stai lì immerso a goderti tutto questo, e mentre godi tutto questo unisci pollice e indice della mano destra creando un collegamento fra questo gesto e il tuo posto sicuro.
Quando volete riaprite gli occhi e tornate qui.

In qualsiasi momento d'ansia, per recuperare e riuscire a ripartire vi serve molto rilassarvi, ad esempio con l'esercizio dei gradini verso la spiaggia, ma vi può servire anche andare al vostro "posto sicuro", che è uno strumento alle volte velocissimo e molto rilassante.
Ma perchè vi ho fatto unire pollice e indice della mano destra? Lo spiegheremo meglio quando faremo il seminario sulla PNL e si chiama "ancoraggio", cioè io collego volontariamente il mio stato d'animo a un gesto, a qualcosa. Io ho scelto uno dei più semplici, unire pollice e indice, perchè? L'abbiamo fatto una volta solo, ma ora vi dico: provate a chiudere gli occhi adesso, unire il pollice e l'indice partendo quindi dall' "ancoraggio" invece che dalle immagini. Facciamolo.

Chiudete gli occhi, unite pollice e indice e andate immediatamene a quella scena.

Se voi questo esercizio..... Vi dicevo prima: la felicità è qualcosa che ci costruiamo noi, alla natura non interessa ... Bene: se voi vi allenate a fare questo esercizio, questi esercizi, vedrete che dopo un po' di volte vi basterà fare l'ancoraggio e immediatamente, in un attimo, vi sarà facile accedere a questo stato di benessere che spero adesso avete provato.

C'è un'altra tecnica .... Vedete che vi sto dando una serie di strumenti, una serie perchè ognuno di noi è diverso ... c'è chi si trova meglio con uno, chi si trova meglio con l'altro ... se ve ne dò vari avete la possibilità di scegliere. Oppure siete magari così fortunati che vi vanno bene tutti e ve la godete a tutto spiano. E l'ansia diventa qualcosa che vi fa sorridere e passo dopo passo porvi in una situazione positiva, arrivando con tutte le vostre energie ancora fresche al momento che vi creava ansia.

ESERCIZIO: rilassamento differenziale di Jacobson

Ve lo conduco velocemente. E' un esercizio splendido per chi vuol dormire bene. Quante frasi negative ci si dice se si soffre d'insonnia: non ce la farò, starò sveglia come un grillo, ecc. Il rilassamento differenziale di Jacobson è molto utile a superare quest'ansia.
Si tratta di questo: Jacobson lavorando con dei biologi ha scoperto che se noi stringiamo fortemente un muscolo e poi lo lasciamo andare di colpo avviene un fenomeno per cui tutto quel muscolo si rilassa, non solo, ma c'è un effetto alone anche sul resto dell'organismo.
Allora, immaginiamo di essere a letto, ma qui lo faremo anche stando seduti.
Non ve lo spiego: lo facciamo. Se volete chiudete gli occhi perchè tutto diventa più semplice e più concentrato. Fate un bel respiro, portate l'attenzione al vostro respiro. E ora visualizza la tua gamba destra: il piede, il tallone, il polpaccio, il ginocchio, la coscia, il gluteo; e adesso stringi forte forte tutti i muscoli della tua gamba destra, forte, forte, più forte che puoi, e poi di colpo lasciala andare. Ok!
Si ripete una seconda volta: visualizza ancora la tua gamba destra, piede, tallone, polpaccio, ginocchio, coscia, gluteo; e adesso stringi forte forte tutti i muscoli della tua gamba destra, forte, forte, più forte che puoi, e poi di colpo lasciala andare. Ok! La tua gamba destra è rilassata e il rilassamento comincia ad estendersi al resto dell'organismo.

E ora visualizza la tua gamba sinistra: il piede, il tallone, il polpaccio, il ginocchio, la coscia, il gluteo; e adesso stringi forte forte tutti i muscoli della tua gamba sinistra, forte, forte, più forte che puoi, e poi di colpo lasciala andare. Ok!
Si ripete una seconda volta: visualizza ancora la tua gamba sinistra, piede, tallone, polpaccio, ginocchio, coscia, gluteo; e adesso stringi forte forte tutti i muscoli della tua gamba sinistra, forte, forte, più forte che puoi, e poi di colpo lasciala andare. Ok! Ora le tue gambe sono rilassate.
Ora visualizza il tuo braccio destro: dita, palmo, polso, avanbraccio, braccio fino alla spalla. Stringi forte forte tutti i muscoli del braccio stringendo anche il pugno. E ora molla tutto di colpo.
Lascia che si rilassi tutto e poi ripeti: visualizza il tuo braccio destro: dita, palmo, polso, avanbraccio, braccio fino alla spalla. Stringi forte forte tutti i muscoli del braccio destro stringendo anche il pugno. E ora molla tutto di colpo.

Ripeti ora sul braccio sinistro: visualizza il tuo braccio sinistro: dita, palmo, polso, avanbraccio, braccio fino alla spalla. Stringi forte forte tutti i muscoli del braccio sinistro stringendo anche il pugno. E ora molla tutto di colpo.
Lascia che si rilassi tutto e poi ripeti: visualizza il tuo braccio sinistro: dita, palmo, polso, avanbraccio, braccio fino alla spalla. Stringi forte forte tutti i muscoli del braccio sinistro stringendo anche il pugno. E poi molla tutto di colpo. E ora anche le braccia stanno dando il loro contributo al rilassamento generale.

Ora visualizza il tuo collo. Muovilo da una parte all'altra un po' di volte e poi di colpo abbandonalo.
Ripeti: visualizza il tuo collo. Muovilo da una parte all'altra un po' di volte e poi di colpo abbandonalo.

Ora visualizza la tua spina dorsale: le cervicali, le dorsali, le lombari, le sacrali. Per rilassare la spina dorsale fai prima un grande respiro riempiendo completamente i polmoni, e poi soffiando fortemente e velocemente svuota di colpo i polmoni. Anche la spina dorsale si rilassa.
Ripeti: cervicali, dorsali, lombari, sacrali. Fai un grande respiro riempiendo completamente i polmoni, e poi soffiando fortemente e velocemente svuota di colpo i polmoni . Anche la spina dorsale ora è rilassata.

Ma resta un'ultima parte del nostro organismo dove si accumulano molte tensioni: il volto. Visualizzalo e con molta tranquillità muovi tutti i muscoli del volto strizzandoli, facendo mille smorfie, la bocca, il naso, le gote, gli occhi, la fronte. Senti tutte le tensioni che si smuovono e strizzale più forte che puoi facendo mille smorfie. Poi di colpo lascia andare.
Ripeti una seconda volta: visualizza il volto e con molta tranquillità muovi tutti i muscoli del volto strizzandoli, facendo mille smorfie, bocca, naso, gote, occhi, fronte. Senti tutte le tensioni che si smuovono e strizzale più forte che puoi facendo mille smorfie. Poi di colpo lascia andare.

E ora che hai fatto tutto questo stimola i due emisferi in questo stato di rilassamento generale, nel modo che preferisci.

Immaginate questo esercizio fatto quando vi coricate, e finito l'esercizio vi mettete piano piano nella posizione che preferite per dormire.

ESERCIZI di sintesi

Voi sapete che è molto importante esercitarsi. La felicità, ora la sapete, è frutto di un lavoro fatto con consapevolezza. Cominciamo ad unire un po' di questi esercizi: prendiamo una situazione che vi crea un po' d'ansia, prendete la frase negativa, prendete l'esatto contrario, cioè la frase positiva, preziosissima, e vi chiederò di fare l'esercizio dei 5 gradini da soli, rafforzando la frase positiva mentre contemporaneamente stimolate i due emisferi. Pronti? Via! Quando avrete finito riaprirete gli occhi e tornerete qui.

Continuiamo l'allenamento. Mi piacerebbe che voi usciste di qui questa sera con una serie di stimoli che vi spingano ad allenarvi. Prendete ora un'altra situazione d'ansia e fate la stessa cosa col "posto sicuro": situazione che vi crea ansia, frase negativa, l'esatto contrario cioè frase positiva, andate al vostro posto sicuro rafforzando la frase positiva, e contemporanea stimolazione dei due emisferi. Via! Inseriamo ora anche l'ancoraggio: nel momento in cui siete nel massimo del benessere possibile in questo momento, stimolate l'ancoraggio con pollice e indice della mano destra. Quando avrete finito riaprirete gli occhi e tornerete qui.

Bene. Continuiamo ad allenarci. Abbiamo anche il rilassamento differenziale di Jacobson. Individuate una terza situazione di ansia --- penso che tutti ne abbiamo alcune, non meravigliatevi: il prolema non è avere dei problemi, a meno che qui qualcuno sia un dio o una dea ... è un altro principio della psicologia: mai meravigliarsi di incontrare dei problemi, ma imparare a gestirli, è questo ciò che è importante. Allora, dopo aver individuato una terza situazione ansiogena (ne abbiamo un buon bagaglio, visto che non siamo dei o dee), poi immagine, frase negativa, esatto contrario e cioè frase positiva, rilassamento differenziale focalizzandosi sulla frase positiva e ancoraggio nel momento migliore.
L'ancora può essere qualsiasi cosa: pollice e indice, ma anche un tocco, un tono di voce, una parola, un'immagine, ... qualunque cosa facile, semplice, immediata, che voi inventate e che scegliete di collegare a quello stato di benessere. Pronti? Via! E poi tornerete qui.

Più si ripetono questi esercizi, o altri che su questi principi potete inventare, più velocemente potrete superare momenti di ansia, immagini di ansia anticipatoria, e con più serenità esaminare i passi da fare per andare con tutte le vostre energie verso il vostro obiettivo.

C'è un brevissimo flash che voglio regalarvi: un giorno l'ansia bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire, e non c'era nessuno! Noi potremmo dire: l'ansia bussò alla porta, la nostra capacità di consapevolezza e di gestione andò alla porta, e non trovò nessuno.

Possiamo ora riassumere i concetti centrali, perchè è lì che sta il segreto. Poi gli esercizi li potete inventare voi, ne potete inventare uno al giorno e scegliere quelli che più sentite efficaci per ognuno di voi, nella specificità di ognuno.

Vorrei essere riuscito a comunicarvi che:
  • "non sono le cose a farci paura, ma quello che noi pensiamo delle cose"
  • "il nostro organismo non ditingue fra realtà e immaginazione"
E allora coltiviamo l'immaginazione e avremo un enorme vantaggio perchè se rivedete i due disegni iniziali, invece di fare l'enorme fatica legata all'ansia e arrivare al traguardo con la lingua fuori, andremo piuttosto linearmente verso ogni situazione, con tutte le nostre energie abbastanza intatte, e con maggiore possibilità di farcela. Posso anche non farcela, e allora ne prendo atto, è un feedback che la realtà mi dà. La realtà mi prende a calci se io non la rispetto. Ma se io ho fatto il percorso più lineare del secondo disegno, anzitutto mi sono garantito di stare sufficientemente bene durante il percoso, poi se il mio rapporto con la realtà funziona continuerò a star bene, e userò le mie energie in qualunque situazione; ho invece sbagliato qualcosa? La realtà mi dà sicuramente un calcio, ma non mi scoraggio e mi chiedo "dove ho mancato?", "Cosa posso cambiare?".

In questo modo io ottengo più risultati:
  • non mi faccio fregare dall'ansia lungo il cammino e quindi faccio un percorso positivo, di sufficiente benessere
  • ho consapevolezza che può funzionare o non funzionare
  • se funziona continuo col metodo che ho sperimentato essere efficace
  • se non funziona so che devo cambiare. Non dò la colpa a nessuno, non dò la colpa al genitore, al professore, al compagno, all'amico, ecc.. Mi chiedo che cosa ho sbagliato in questo percorso? E intanto durante il percorso sono stato sufficentemente bene.

Ricordate che in psicologia la prima cosa che uno psicoterapeuta fa è capire il mondo della persona che ha davanti, capire cosa ha fatto fino a quel momento per cercare di superare il suo problema. Non ce l'ha fatta. Allora, conoscendo i suoi tentativi, metterli da parte perchè non hanno funzionato. E utilizzando le conoscenze e l'esperienza dovrà individuare un percorso che sia diverso dai suoi tentativi infruttuosi, e aiutare la persona a fare un primo piccolo passo diverso da prima, e poi un secondo passo e poi un terzo, e così via. E saranno passi diversi da quelli che la persona ha fatto senza risultati. La psicoterapia è sempre la ricerca, non facile, di piccoli passi di cambiamento. Ma io non posso individuare dei piccoli passi di cambiamento se non ho chiaro qual è il percorso che non ha funzionato.
Ognuno di noi cerca delle soluzioni, ma un altro principio della psicologia importantissimo ci dice che purtroppo quando un nostro comportamento funziona, tendiamo poi a ripeterlo anche in altre situazioni, senza alle volte chiederci se la situazione è cambiata. Un caso classico: è il professore che non capisce niente, è il professore che ha sempre il mal di pancia, è mio marito che non funziona, è mia moglie, è mio padre, è mia madre, il mio amico che non funziona. Usiamo degli scaricabarili, che in psicologia si chiamano proiezioni.
Questi approcci proiettivi non funzionano, non ci aiutano a risolvere un problema, perchè noi siamo "relazione". Questo significa che anche noi siamo un elemento del giro, del cerchio relazionale, e la cosa fondamentale, visto che gli altri non li possiamo cambiare, è chiederci: cosa posso cambiare io perchè la situazione si smuova? Qual è la mossa sbagliata che sto continuando a ripetere?

Siamo ormai verso la fine e concludiamo,per chi vuole, facendo l'ultimo esercizio. Lo abbiamo fatto anche alla fine del primo seminario, quello sul blocco, sul burnout. Perchè lo ripropongo? Perchè è un esercizio che punta sul senso di sè, sull'autostima. Se ognuno di noi riesce a pensare con forza "io valgo" e riesce a sentire il proprio valore.... qui siamo 80-90 persone, siamo tutti diversi e tutti valiamo.... ecco allora un esercizio puntato a coltivare il senso positivo di sè. Allora sarà più facile uscire anche dalle paure, guardare negli occhi le persone, le situazioni. Siete pronti?

ESERCIZIO "io valgo"

Chiudete gli occhi, portate l'attenzione al vostro respiro, fate un grande respiro. Il respiro è la vita dentro di noi, è l'ossigeno che permette a tutte le nostre cellule di lavorare. Questi 50 trilioni di cellule che formano ognuno di noi, che non sappiamo perchè, da tanti anni (pochi per alcuni, molti per altri) continuano a collaborare e non sappiamo perchè.
E mentre ascoltate il vostro respiro, la vostra vita, unica e irripetibile dentro di voi, in questo momento immaginate alle vostre spalle i vostri genitori che vi mettono una mano sulle spalle e vi sorridono. Al di là dei loro limiti vi hanno trasmesso la cosa più preziosa che hai: la vita. E ora sai che è tua, è nelle tue mani.
E dietro i tuoi genitori immagina i nonni che ti sorridono. E dietro i nonni immagina centinaia di volti che ti sorridono: sono i tuoi antenati, una catena infinita, lunghissima. Gente che ha lavorato, di generazione in generazione perchè la vita arrivasse fino a te, perchè tu e non un'altra persona, perchè tu potessi fare esperienza della vita.
E forse puoi pensare che in questa catena, in qualunque punto, se quella coppia avesse fatto l'amore un'ora dopo, cinque minuti dopo, tutto da quel punto in poi sarebbe cambiato e tu, tu, tu, non saresti mai esistito. E invece da migliaia di anni tutto avviene perchè tu, tu, tu fossi qui oggi a fare esperienza della tua vita.
E allora , ascoltando la vita dentro di te, immagina di voltarti verso i tuoi genitori, i tuoi nonni, i tuoi antenati, e al di là dei loro limiti, onorarli e ringraziarli per la vita che ti hanno trasmesso, e che ora è tua, unica e irripetibile.
E dopo averli salutati e ringraziati, voltati di nuovo e guarda ora davanti a te, la tua vita, che è nelle tue mani. E mentre ascolti la tua vita dentro di te, immagina di cominciare ad ascoltare una voce che arriva dalla parte più profonda di te, e che dice, forse debolmente all'inizio, ma che potrà rafforzarsi giorno dopo giorno, una voce che dice:

io valgo
io sono ..... (e qui metti il tuo nome)
e sono unica e irripetibile
e giorno dopo giorno
io sono capace
di percepire
e poi percorrere
con equilibrio
la mia strada.

State lì a godervi tutto questo, e la mia indicazione è: fatelo ogni giorno, a rafforzare ogni giorno il vostro senso di sè. Non permettete a nessuno di schiacciarvi. Rafforzate il vostro senso di sè, e più sarete forti dentro di voi, più coltiverete il bel tempo dentro di voi, più vi sarà agevole rapportarvi in modo equilibrato agli altri.

Alcuni libri utili:
  • "Vivi la vita che desideri con la PNL" di R. Bandler; ed Alessio Roberti (€19,90)
  • "Lasciare il passato nel passato, tecniche di auto aiuto nell'EMDR", di .F Shapiro; ed Astrolabio (€27)
  • "La paura è una sega mentale, come liberarsene per sempre", di G.C. Giacobbe; ed Mondadori (€16)
  • "Come diventare Budda in cinque settimane", di G.C. Giacobbe; ed Ponte alle Grazie (€12)
  • "Usare il cervello per cambiare", di R. Bandler, ed. Astroabio (€12)

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