Seminario n°5 : I SOGNI
Oggi ci occupiamo di sogni e
incubi: come gestirli.
Ho pensato che come tutte
le cose umane, anche questa iniziativa ha i suoi limiti. Voi siete
molto presenti, l'iniziativa piace, piace a me fare questo:
trasmettere le cose che la vita, lo studio, mi hanno insegnato. Però
voi capite che non posso affrontare i problemi di voi singoli. Posso
dare, in un'ora, un quadro di qualcosa che può essere in genere
utilizzabile dalla maggiorparte delle persone. Il primo limite quindi
è che se uno ha un problema specifico che ha difficoltà a
risolvere, qui avrà delle indicazioni, poi però dovrà lavorarci
con l'aiuto di una persona specializzata. Quindi cosa ho pensato? Da
questa settimana ci sarà nell'atrio una cassettina dove uno può
mettere un biglietto con nome, cognome, telefono e poi la mia collega
counselor vi darà un appuntamento gratuito, qui nei locali di Res
Publica. Quindi una prima iniziativa per cercare di rimediare a
questo limite inevitabile.
Un secondo limite è che
sono io che parlo e voi per un'ora ascoltate. Quindi c'è un limite
di unidirezionalità. Chissà quante cose vi verrebbe voglia di dire,
di obbiettare, di chiedere. Come fare ad affrontare anche questo
secondo limite? Ecco il modo che ho immaginato e che vi propongo:
dopo ogni seminario, per i due lunedì successivi ci troveremo, con
chi vorrà, come "Spazio Discussione Pensieri Emozioni", a
cominciare da lunedì prossimo. Cosa si farà? Utilizzerò una
tecnica particolare, quella della scuola di Boston sul "Confronto
Creativo". Fra i presenti ci sarà chi desidera discutere e ci
sarà chi invece desidera osservare, ascoltare. Io coordinerò il
gruppo che vuole discutere, secondo i principi del Confronto Creativo
e anche del Cooperative Learning. Per la scuola di Boston si tratta
anche di una "educazione alla post-democrazia". Non si
guarda alla legge della maggioranza, ma si guarda alla varietà delle
posizioni e attraverso la disussione e il confronto si cercano dei
"ponti" che uniscano. Un metodo che fra l'altro qui a Res
Publica viene praticato nell'assemblea che si tiene ogni lunedì: non
c'è un presidente, un capo, ma c'è l'assemblea che discute e
decide. In due anni, guardate un po', non abbiamo mai avuto bisogno
di votare. Tutte le decisioni sono state prese discutendo, parlando.
Chi non era d'accordo, discutendo, parlando capiva che in quel
momento quella era l'unica decisione possibile. Poi magari il suo
punto di vista sarebbe stato realizzato un mese dopo.
SOGNI e INCUBI
Il mondo dei sogni fin
dall'inizio dell'umanità ha affascinato tantissimo le persone. E
ancora oggi tante, ma tante persone continuano ad interrogarsi sui
sogni. Da quando ci sono uomini e donne e fino all'800 si è andati
avanti così: fantasia, magia, ecc.
Chi è riuscito a dare una
svolta? 1900, anzi era il 1899, Freud finisce di scrivere
"L'interpretazione dei sogni". Ma era talmente consapevole
che stava dando una svolta incredibile a una storia che aveva alle
spalle, 200.000 anni di fantasie, sogni, magie, che ha chiesto
all'editore di stampare nel 1899, ma con la data 1900: l'inizio di un
nuovo secolo che avrebbe cambiato la psicologia.
E' stato poi un percorso
difficile. Non ha avuto vita facile la svolta di Freud. Voi sapete
che il 900 è stato un secolo pesante. Non solo la prima guerra
mondiale, ma poi fascismo, nazismo, stalinismo, e Freud, ebreo, è
stato preso a calci dal nazismo. Per cui "L'interpretazione dei
sogni" è stato un libro appannaggio di una piccola cerchia.
Hitler lo ha bandito e ha
preso con sè lo psichiatra che sterilizzava gli handicappati e che è
stato alla base dei campi di sterminio.
Solo dopo la seconda guerra
mondiale sono cominciate a nascere le facoltà di psicologia.
L'Italia è stata poi l'ultima a creare la facoltà di psicologia.
Oggi le università cattoliche hanno la facoltà di psicologia, ma è
stata una fatica terribile far partire psicologia in Italia, perchè
la Chiesa ha sempre eretto un grande muro. La prima facoltà è nata
nel '69 Padova. Tutti noi che abbiamo fatto l'università prima di
quella data veniamo da formazioni diverse, molto più complesse e
fatte per vie private.
Che cos'è che fa fare una
svolta a Freud? Freud è partito dall'ipnosi (faremo un seminario
anche sull'ipnosi), ma si è reso conto col suo maestro Breuer, che
le stesse cose che si ottenevano con l'ipnosi si potevano ottenere in
un altro modo, quello che poi Freud chiamerà "associazioni
libere". Lasciamolo lì per un attimo.
Vediamo cosa succede nel
nostro cervello. Psicobiologia! Noi abbiamo la nostra giornata, poi
andiamo a dormire. C'è una fase, quella del dormiveglia, si chiama
fase ipnagogica, dove (vi sarà capitato di osservare) la mente va di
qua, va di là. E' molto simile al sognare, ma è molto ondivaga. Poi
il nostro sonno si approfondisce, e dopo circa un'ora e mezza diventa
leggero, ma non ci svegliamo. E' la fase REM. Questo avviene ogni ora
e mezza. Quindi in una notte avviene 4 o 5 volte. In questa fase REM
i nostri occhi si muovono.
Chi di voi ha un cane forse
avrà osservato che alle volte, mentre dorme, sotto quelle palpebre
chiuse gli occhi si muovono.
Noi oggi abbiamo degli
strumenti, in particolare la Risonanza Magnetica Fuzionale (RMf) che
ci permette di vedere cosa succede nel nostro cervello mentre noi
parliamo, pensiamo, abbiamo un'immagine, sognamo. In questa che si
chiama fase REM (Rapid Eyes Mouvement: movimento rapido degli occhi),
se svegliamo la persona, ci racconta un romanzo. Ma se la svegliamo
lontano dalla fase REM ci racconta poco o niente.
Quando noi diciamo "questa
notte ho sognato", significa semplicemente che ci siamo
svegliati nella fase REM o vicino alla fase REM. Quando diciamo
"questa notte non ho sognato" significa che ci siamo
svegliati lontano dalla fase REM. In realtà noi abbiamo sognato
almeno per 4 o 5 periodi nella notte, nelle fasi REM. E' chiaro che
noi abbiamo accesso solo ai sogni dell'ultima fase. E sono sogni
preziosi secondo Freud. E la storia di questo ultimo secolo ci dice
che anche attraverso l'interpretazione dei sogni riusciamo ad aiutare
le persone.
Tenete presente che in
psicoterapia ci sono almeno 500 approcci. Io ne utilizzo una
quindicina, quelli che mi hanno affascinato. Tanti li ho provati e
poi abbandonati perchè non li ho percepiti in sintonia con me. Uno
degli approcci per me affascinanti è quello che questa sera
cerchiamo di affrontare ed è quello dell'interpretazione dei sogni
che fa capo a Freud.
I sogni che ricordiamo, per
Freud sono preziosissimi. Qualcuno si è chiesto: possiamo
governarli? Sogni a comando, sogni lucidi. Qualcuno ci ha provato, ci
sono delle scuole che lavorano in questa direzione.
Ma la cosa per me molto
interessante è questa: quando noi viviamo la nostra giornata,
inevitabilmente nel nostro cervello succedono delle cose, e
inevitabilmente queste cose andranno a lavorare di notte. Perchè
(come vedremo in altro seminario, quello sull'EMDR, che è una
tecnica particolare che utilizza il movimento degli occhi come nelle
fasi REM, un'altra delle tecniche che a me piacciono molto) quando
gli occhi si muovono, la Risonanza Magnetica ci fa vedere che fra i
due emisferi cerebrali, attraverso il corpo calloso che li mette in
relazione con miliardi di fibre, c'è un passaggio di correnti
elettrochimiche incredibile. Noi lavoriamo molto più di notte che di
giorno.
Di giorno noi siamo presi
da tanti limiti. Dobbiamo fare questo, fare quello ... è come se ci
muovessimo su dei binari, attenti ai binari degli altri. Di notte
siamo in un certo senso più liberi, e allora il cervello cerca di
... pensiamo a tanti cassetti, uno con una camicia fuori, uno con
altre cose fuori ... il cervello cerca di mettere ordine, di
sistemare ... come fa il computer quando gli dite di risolvere le
frammentazioni dei file ... il computer prende qui, prende là, mette
assieme i pezzi dei file. Lo stesso succede nelle fasi REM. E' su
questa ipotesi che nasce addirittura una tecnica l'EMDR.
Capite che allora l'idea di
Freud di utilizzare i sogni non è male. Se nelle fasi REM in
particolare noi elaboriamo quello che ci è successo durante il
giorno e cerchiamo di mettere le scarpe a posto, la giacca a posto,
di pulire sotto il tavolo, ecc., e se io riesco a capire quali sono i
significati delle immagini che mi arrivano, posso avere qualche
vantaggio. In realtà ce l'abbiamo.
E c'è qualcuno che è
riuscito (e parliamo di un'altra tecnica) ad utilizzare questo in un
modo diverso dall'EMDR. Accennavamo prima di sogni a comando, sogni
lucidi. Degli artisti venuti da me mi dicevano: come faccio? Non
riesco più a inventare . Allora cosa facevo? Usavo una tecnica
creata dal francese Désoille e sviluppata in Italia dalla Fusini
Doddoli (la mia maestra per anni di analisi perchè allora non c'era
la facoltà di psicologia e non c'erano le scuole di psicoterapia in
Italia). Aiuto la persona a rilassarsi utilizzando una delle tecniche
che vi ho insegnato nel seminario sulla gestione dell'ansia, la
tecnica del rilassamento differenziale di Jacobson, e poi lancio
un'immagine in quel cervello che è lì rilassato. E partendo da
quell'immagine osservo cosa avviene. La persona comincia a parlare
lentamente in genere. E man mano gli dai degli stimoli con varie
immagini. Osservando come la persona si muove, la aiuti, con stimoli
opportuni, ad andare verso la direzione che la persona desidera. In
questo caso erano degli artisti che avevano il blocco della
creatività. Famoso il blocco della pagina bianca per lo scrittore,
il blocco del pittore, ecc.
Voi capite che una tecnica
come questa la si può utilizzare per qualsiasi problema, utilizzando
le immagine adeguate. La persona ha un problema con la propria
mascolinità, si sente insicura, pensa di non valere? Quale immagine
è tipica per richiamare la mascolinità? Posso partire dalla spada e
vedere cosa succede, e aiutarlo a rafforzarsi conducendolo attraverso
le immagini, ascoltando come lui reagisce.
Una donna che ha problemi
con la sua femminilità (come vedete prendo due fenomeni molto
diffusi), che ha problemi di insicurezza con la propria femminilità,
col proprio corpo. Da quale immagine potrei partire? Potrei partire
da un vaso.
Alcune volte è capitato
che quella spada l'uomo la vede come la spada di Damocle,
pericolosissima. Devi aiutarlo a trasformare quell'immagine. Questo è
compito dello psicoteapeuta, saper condurre, dare stimoli.
Vaso! Alcune volte è un
bellissimo vaso, altre volte è un vaso di coccio rotto, e così via.
Qui ci sono uomini e donne,
e ognuno di voi può provare a chiedersi: di fronte allo stimolo
spada o vaso come mi vedo? Che tipo di identificazione sento in me in
questo momento con quella spada, con quel vaso che immagino?
Se è qualcosa di bello,
avanti così. Se è qualcosa di problematico lavoraci o se non ce la
fai chiedi aiuto a qualcuno per riuscire a trasformare il tutto. In
genere è un processo molto veloce, proprio perchè andiamo a
lavorare con gli strumenti della psicobiologia: cioè con la
psicologia, tenendo conto delle conoscenze della biologia, delle
neuroscienze.
Oggi, con le conoscenze che
abbiamo, possiamo dire che se Freud non ci fosse stato ci sarebbe
stato qualcun altro a fare quelle scoperte, magari 5 anni dopo,
perchè i tempi erano maturi. Se Einstein non ci fosse stato, sarebbe
arrivato qualcun altro. Non esistono i geni, ma tutti valiamo, tutti
diversi uno dall'altro, con un nostro valore, che è importante che
coltiviamo. Ogni tanto si creano nell'ambiente le condizioni per
nuove intuizioni e qualcuno in quel momento le coglie. E' l'ambiente
che era maturo per quell'intuizione. Ricordate l'importanza
dell'esercizio centrato su "io valgo", esercizio che
abbiamo fatto alla fine di qualche seminario?
Sapete che nella storia dei
premi Nobel si trovano interrogativi del tipo: questo premio lo diamo
a questo o a quello? Chi è arrivato prima? Su questi interrogativi e
su altro nascono infatti i premi Nobel alternativi! Gino Strada,
fondatore di Emergency, ha preso il premio Nobel alternativo per la
pace. Lo sappiamo, siamo tutti umani (a meno che ci siano in giro
degli dei, ma non ne vado) e anche nell'assegnare i premi Nobel
possono essere in gioco vari interessi.
Freud ci ha dato molto. Non
so se qualcuno di voi ha letto i sui libri: sono uno spasso, scrive
molto bene, in maniera molto piacevole: al di là dei concetti
tecnici, ha un fluire molto bello. Quando uno scienziato, uno
studioso riesce a scrivere anche bene è un vero piacere. Quando
invece vi trovate di fronte a dei libri il cui argomento vi
interessa, ma sono scritti in modo pesante, è una delusione. Popper,
uno studioso della conoscenza, svizzero, molto importante
nell'epistemologia, sosteneva che non esiste vero scienziato se non
riesce con parole semplici a spiegare il suo pensiero.
E' uno dei meccanismi di
difesa che forse riconosciamo anche in noi: quando non abbiamo le
idee chiare cerchiamo di parlare difficile!
La tecnica che utilizza le
immagini per trasformarle e risolvere i problemi psicologici si
chiama "Rêve éveillé
dirigé", "sogno da svegli guidato": una tecnica molto
carina, ma ci vuole qualcuno che la conduca.
La risonanza magnetica ci
dà queste informazioni: lavoriamo molto di più la notte, in
particolare nelle fasi REM, che durante la giornata. Cosa faccio
allora? Quante volte vi siete svegliati e vi siete arrovellati: ma
cosa vorrà dire questo sogno? E non avete nessuno che vi possa
aiutare. Avete solo il libro dei sogni che vi porta a giocare al
lotto. E invece lì c'è un tesoro. Come facciamo? Qui ovviamente non
possiamo esaminare i vostri sogni, ma qualche indicazione ve la posso
dare.
Le associazioni libere:
cosa sono? La prima cosa da fare quando voi ricordate un sogno è
anzitutto evitare di spaventarvi. Certo, se un sogno è bello
tenetevelo e godetevi la giornata. Ma la cosa che vi consiglio di
fare, anche se il sogno è bello, poichè al di là del piacere vi
può dare delle informazioni, chiedervi: questa immagine, quest'altra
immagine, cosa mi fanno venire in mente? Associazioni libere
significa cercare (cosa non facile ma vale la pena di provarci) di
lasciar andare la mente liberamente a cosa mi viene in mente, con
estrema libertà. E prendendo questo materiale, non avendo lì
nessuno specializzato in questo, provare a lavorarci.
Perchè molto spesso,
frequentissimamente, per non dire sempre, il sogno che noi facciamo
si chiama in psicanalisi "residuo diurno". Qualcosa che mi
è successo il giorno precedente, anche a livello inconscio, e che
adesso sta venendo fuori.
Un esempio che riguarda
noi. Vi ho detto che qui a Res Publica si decide tutto nell'assemblea
del lunedì. Lunedì scorso, io, assieme al collettivo degli studenti
di Alghero, che voi vedete qui, abbiamo proposto questa iniziativa:
un limite di questi seminari, come vi ho accennato all'inizio, è che
sono a direzione unica, sono io che parlo per un'ora, allora vediamo
come dare parola a tutto quello che si muove nelle menti di chi
ascolta. Ecco: lunedì prossimo cominciamo con l'idea approvata in
assemblea, e cioè lunedì prossimo sarete voi a proporre argomenti
di discussione e io ad ascoltare.
Vi racconto allora il sogno
fatto ieri sera dopo l'assemblea, evidente "residuo diurno":
due navi che combattevano, uno di giapponesi e una di europei. Una
viene affondata. Si recuperano i marinai, sono prigionieri, ma questi
creano dei problemi. Ecco il sogno.
Mi sono chiesto: ma cosa
significano queste due navi che combattono? Ma è chiaro: se lunedì
partiamo con la discussione è possibile che si creino delle
contrapposizioni, ma non è questo lo scopo. Lo scopo è quello di
allenarsi al confronto creativo della scuola di Boston, allenarsi
alla post-democrazia come dicono a Boston. Allora cosa ho fatto? Mi
son detto: la tecnica la conosco, l'iniziativa approvata in assemblea
è molto interessante. Il sogno mi ha detto: attenzione, c'è questo
rischio, in un gruppo in cui si discute è molto facile che ci si
combatta. Allora nel gruppo di discussione "Penieri, Emozioni"
che nascerà lunedì prossimo, potrebbe esserci in agguato la spinta
a combattersi invece che ad accettarsi, rispettarsi, coinvolgersi,
ascoltarsi. Usa il metodo Boston!
Il sogno mi ha dato delle
immagini. Con le associazioni libere ho trovato una strada che, come
potete capire, è molto preziosa.
Ma non è facile. E' il mio
mestiere da tanti anni, certo, però vi dico: provateci! Evitate di
lasciare lì i sogni e abbandonarli e provate a divertirvi
chiedendovi: ma cosa mi fa venire in mente? Liberamente. Molte volte
scoprirete che vi arriva un collegamento con qualcosa che vi è
successo il giorno prima ("residuo diurno"), e forse
capirete che il vostro meccanismo inconscio vi sta dando un segnale,
vi sta dando un'imboccata. Riuscirete a prenderla? Farete un passo
avanti. Non ce la farete? Non meravigliatevi, ditevi che ci
riproverete al prossimo sogno. Mai meravigliarsi, mai scoraggiarsi,
ma ogni volta dire: ok, è andata così, la prossima volta ci
riprovo.
Ma se il sogno è un
incubo? Avete mai avuto incubi? Vi svegliate e vi sembra che vi
manchi il fiato... paura... tensione. Che fare?
Vi faccio una domanda: chi
è il regista dei vostri sogni? Dei tuoi, dei tuoi, dei tuoi,....?
Sei proprio tu, ... tu, ... tu....! Splendido! Se voi mettete a fuoco
questo, che cioè ognuno di noi è il regista dei propri sogni, ecco
la soluzione: cosa fa un regista? Voi avete tanti film che vi
piacciono. Non tutti i film, lo sapete, vanno via lisci. Ci sono film
che hanno momenti molto pesanti, poi il regista li risolve, e così
via. Se voi vi svegliate in un punto del vostro film in cui le cose
sono pesanti, ... cosa fa il regista? Si ferma lì? No, va avanti!
Allora la cosa che io vi
consiglio è questa: se avete un bel sogno tenetevelo e godetevelo,
poi se volete fate delle associazioni libere e lavorateci; ma se
avete un incubo ricordatevi che siete voi i registi, quindi
continuate la regia. Immediatamente dite: sì, ecco che io trasformo
tutto questo e lo risolvo liberamente. Metteteci le immagini che
volete, la musica che volete, tutto quello che volete, inventando una
soluzione positiva.
Per ritornare al mio sogno
della battaglia navale, cosa ho fatto? Ho osservato le associazioni
libere che mi portavano all'assemblea di Res Publica della sera prima
quando era stato approvato il gruppo di discussione Pensieri,
Emozioni. Ho visto quei prigionieri e siccome, lo sapete, il nostro
organismo è un organismo direzionale, mi son detto: se resto nel
timore dello scontro, scontro sarà. Ma se mi metto in una direzione
positiva con la mia mente e utilizzo le tecniche del Confornto
Creativo della scuola di Boston, il mio organismo lavorerà perchè
il gruppo possa andare in quella direzione.
Ho preso allora l'immagine
dei prigionieri, quelli che creavano problemi, e ho immaginato che si
accordassero con chi li aveva fatti prigionieri, per valorizzare le
competenze di ognuno e costruire assieme una nuova nave dopo che la
battaglia aveva distrutto o danneggiato tutte le navi. Gli Europei
molto bravi nel costruire il fasciame delle navi, i Gapponesi molto
bravi nel costruire l'elettronica delle navi. Così mi sono messo a
ridere dicendo a me stesso: avanti col gruppo di discussione Pensieri
Emozioni!
Da questo momento potete
dire a voi stessi: posso avere tutti gli incubi del mondo, ma non mi
fregheranno. Farò delle libere associazioni, cercherò di capire
cosa mi stanno dicendo e continuerò il film a modo mio.
A questo punto possiamo qui
lavorare su delle immagini che ci preoccupano, su un pensiero
negativo, o possiamo avere un problema e quando la nostra mente va lì
ci crea ansia. Può trattarsi di un'interrogazione, di un incontro,
ecc. Facciamo un esercizio.
Esercizio di elaborazione e
trasformazione
Vi chiedo in questo
momento, se volete, di chiudere gli occhi e ascoltare semplicemente
quanto vi dirò. Andremo a lavorare su qualcosa che vi dà un po' di
fastidio (non una cosa grossa, perchè non abbiamo qui la possibilità
di affrontare cose pesanti). Siete pronti?
Per chi vuole: chiudete gli
occhi e portate l'attenzione al vostro respiro, fate un bel respiro
profondo, e ascoltate nel vostro respiro la vita che è dentro di
voi. E' la vostra vita... la tua, la tua, la tua...la tua vita, unica
e irripetibile. E mentre ascolti la tua vita dentro di te, vai a
quella preoccupazione, a quell'immagine, a quella situazione che ti
crea un po' d'ansia, di disagio.
In questo momento di' a te
stessa che in quella situazione tu troverai il modo per star bene.
Metti davanti a te
l'immagine in cui vedi te stessa in positivo. Vedi che in quella
interrogazione ci sei, serena; che in quell'incontro sei lì
rilassata e tranquilla con tutte le tue energie; ecc. Costruisci
quest'altra immagine positiva e mettici la luce, i colori, la musica
che preferisci e che ti fa star bene. Concentrati su questa immagine
positiva, arricchita di colori, di luce, di musica, e ascolta dentro
di te le energie che ti aiutano a realizzare quell'immagine, quella
situazione, e goditela tutto il tempo che vuoi.
E dopo esserti goduta tutto
questo, prova a vedere se portando l'attenzione all'mmagine di prima,
quella problematica, senti che ha perso forza, che si è come
allontanata. Poi ritorna all'immagine positiva e rafforzala
ulteriormente con luce, colori, musica.
Continua questo passaggio
dall'una all'altra finchè sentirai che tornare all'immagine negativa
conta ben poco perchè ora è l'immagine positiva che prevale dentro
di te, che ti dà energia, che ti dà forza.
E riaprirai gli occhi
quando vorrai.
Ricordate Calderon De La
Barca? "La vida es sueño",
la vita è sogno. In questo seminario in cui stiamo affrontando sogni
e incubi, credo possiate vedere alcuni fili che collegano i vari
seminari. Ricordate l'assunto fondamentale in psicologia: la nostra
mente non distingue fra realtà e immaginazione. E se realtà e
immaginario hanno delle differenze, il nostro organismo dà la
precedenza all'immaginario. Noi siamo, a differenza degli animali,
degli animali "simbolici". I simboli, le immagini che noi
coltiviamo, o che la vita ci mette davanti, ci prendono, anche
inconsapevolmente: se sono positive bene, se sono negative ci può
succedere che senza rendercene conto ci autofreghiamo.
Vi
faccio uno chema che spero vi possa essere utile.
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io
io io io
................(consapevolezza).................................
inconscio
Ci
sono due linee entro le quali ognuno di noi può dire "io"
e soprattutto esercitarsi a dire continuamente "io valgo"
fino a sentirlo veramente.
Sotto
c'è l'inconscio, il frutto di tutta la nostra storia. Non solo di
quella individuale, ma quella dei nostri genitori, dei nostri
antenati, del primo uomo e della prima donna che circa 200.000 anni
fa ci hanno trasmesso il nostro patrimonio genetico.
L'esame
del DNA ci dice che la prima donna del genere Homo Sapiens c'è stata
circa 200.000 anni fa. Oggi sappiamo che anche il primo uomo ha la
stessa età.
Bene,
ci sono alcuni studiosi che sostengono che la nostra consapevolezza
copre dall'1 al 4% di quanto avviene in noi. Tutto il resto è un
insieme di automatismi inconsci.
In
alto nel disegno c'è un'altra linea, un'altra barriera: la nostra
mente arriva solo fino ad un certo punto. Oggi l'epistemologia ci ha
reso consapevoli che oltre un certo livello, la riga in alto, noi
non potremo mai andare. Mai. Potremo scoprire o pensare un mare di
cose, ma non potremo mai dimostrare tutto. Abbiamo queste barriere.
La
realtà prende tutta la nostra storia, il passato, l'inconscio,
tutto, ma noi non possiamo cogliere tutta la realtà perchè questo
va al di là delle nostre capacità mentali. Ecco tutti quei punti
interrogativi. C'è uno spazio irraggiungibile dove c'è il regno
della totale libertà, dove c'è spazio per la visione di ognuno di
noi. Ma è la "verità personale" non "la verità".
Noi
non conosciamo tutta la realtà (R). Conoscete il simbolo di
ugiaglianza (due lineette), conoscete il simbolo di diversità (due
lineette con una terza lineetta che le attraversa) e conoscete il
simbolo di identità (tre lineette). Allora se R è la realtà e R=la
mia visione, ce ne accorgiamo perchè camminiamo velocissimi nella
nostra vita, sereni, felici. Ma se R è diversa da mia visioine
personale, allora prendiamo dei calci, che significano che la nostra
visione non corrisponde alla realtà. E' difficile, ma in questo caso
dobbiamo provare a cambiare la nostra visione.
Se
noi prendiamo ad esempio la fisica fondamentale, voi lo sapete, ci
parla del 4 % della realtà. Gli astrofisici ci dicono: abbiamo dei
segnali che nella Realtà c'è un 96% che noi non sappiamo cosa sia.
E qualcuno di voi sa come hanno chiamato questo 96%: materia oscura
ed energia oscura. A Ginevra stanno lavorando, stanno facendo
esperimenti per cercare di capire.
Tutto
questo per darvi la sensazione di quanto la realtà è complessa e
sconosciuta, se oggi riusciamo a dire che tutto ciò che conosciamo,
ed è un mare di cose, dal punto di vista dell'astrofisica è solo il
4% della realtà.
Più
conosciamo, fra l'altro, più ci rendiamo conto che le domande
aumentano.
Allora
capite che quando per caso la nostra visone è in sintonia con la
realtà, davvero siamo fortunati e, senza sapere perchè, camminiamo
con sicurezza e serenità in qualsiasi situazione. Ma di calci dalla
realtà ne abbiamo presi tutti, perchè la storia di ognuno di noi ha
inevitabilmente i suoi punti deboli, i suoi discostamenti dalla
realtà profonda, inconoscibile.
Calci
che sono preziosissimi. Quel sogno che vi ho raccontato ad esempio è
stato prezioso per me, e per fortuna l'ho ascoltato. Ogni calcio però
ci dà un feedback e ci dice: attenzione, prova a cambiare qualcosa!
Purtroppo
la psicologia ci dice che la tendenza più diffusa è da una parte la
resistenza al cambiamento e dall'altra la ripetizione degli stessi
meccanismi a cui siamo abituati. E' per questo che ad esmpio 8 coppie
su 10 o si lasciano o stanno male insieme. Perchè è molto difficile
chiedersi "cosa sto sbagliando io?", "cosa stiamo
sbagliando assieme?" e provare a cambiare. Non è facile. Solo 2
coppie su 10 ci riescono e riescono a star bene insieme tutta la
vita.
Quindi
facciamo molta attenzione ai calci della realtà, sono preziosi.
Sapendo che comunque R non sarà mai identico alla nostra visione. Se
lo accettiamo possiamo coltivare la flessibilità necessaria per
essere sempre pronti a cambiare. Ecco un disegno utile:
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200.000
anni fa la nostra conoscenza era piccolissima, eravamo all'inizio di
questa spirale, al centro. Man mano che la spirale della conoscenza è
cresciuta abbiamo appreso sempre di più, ma paradossalmente la
superficie esterna alla spirale è man mano cresciuta, ed è la
superficie della non conoscenza, dei punti interrogativi che
continuamente crescono.
Col
paradosso che più si è ignoranti più si tende a credere di sapere.
E più cose si conoscono, più si è consapevoli che l'area della non
conoscnza è immensa e in crescita.
Un
abbraccio!
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