sabato 1 luglio 2017

161- I SOGNI Seminario di psicologia pratica "in un'ora" tenuto presso Res Publica, Alghero. L'audio dei vari seminari si trova su Youtube: "Gian Luigi Pirovano seminari di psicologia"


Seminario n°5 : I SOGNI

Oggi ci occupiamo di sogni e incubi: come gestirli.
Ho pensato che come tutte le cose umane, anche questa iniziativa ha i suoi limiti. Voi siete molto presenti, l'iniziativa piace, piace a me fare questo: trasmettere le cose che la vita, lo studio, mi hanno insegnato. Però voi capite che non posso affrontare i problemi di voi singoli. Posso dare, in un'ora, un quadro di qualcosa che può essere in genere utilizzabile dalla maggiorparte delle persone. Il primo limite quindi è che se uno ha un problema specifico che ha difficoltà a risolvere, qui avrà delle indicazioni, poi però dovrà lavorarci con l'aiuto di una persona specializzata. Quindi cosa ho pensato? Da questa settimana ci sarà nell'atrio una cassettina dove uno può mettere un biglietto con nome, cognome, telefono e poi la mia collega counselor vi darà un appuntamento gratuito, qui nei locali di Res Publica. Quindi una prima iniziativa per cercare di rimediare a questo limite inevitabile.
Un secondo limite è che sono io che parlo e voi per un'ora ascoltate. Quindi c'è un limite di unidirezionalità. Chissà quante cose vi verrebbe voglia di dire, di obbiettare, di chiedere. Come fare ad affrontare anche questo secondo limite? Ecco il modo che ho immaginato e che vi propongo: dopo ogni seminario, per i due lunedì successivi ci troveremo, con chi vorrà, come "Spazio Discussione Pensieri Emozioni", a cominciare da lunedì prossimo. Cosa si farà? Utilizzerò una tecnica particolare, quella della scuola di Boston sul "Confronto Creativo". Fra i presenti ci sarà chi desidera discutere e ci sarà chi invece desidera osservare, ascoltare. Io coordinerò il gruppo che vuole discutere, secondo i principi del Confronto Creativo e anche del Cooperative Learning. Per la scuola di Boston si tratta anche di una "educazione alla post-democrazia". Non si guarda alla legge della maggioranza, ma si guarda alla varietà delle posizioni e attraverso la disussione e il confronto si cercano dei "ponti" che uniscano. Un metodo che fra l'altro qui a Res Publica viene praticato nell'assemblea che si tiene ogni lunedì: non c'è un presidente, un capo, ma c'è l'assemblea che discute e decide. In due anni, guardate un po', non abbiamo mai avuto bisogno di votare. Tutte le decisioni sono state prese discutendo, parlando. Chi non era d'accordo, discutendo, parlando capiva che in quel momento quella era l'unica decisione possibile. Poi magari il suo punto di vista sarebbe stato realizzato un mese dopo.

SOGNI e INCUBI
Il mondo dei sogni fin dall'inizio dell'umanità ha affascinato tantissimo le persone. E ancora oggi tante, ma tante persone continuano ad interrogarsi sui sogni. Da quando ci sono uomini e donne e fino all'800 si è andati avanti così: fantasia, magia, ecc.
Chi è riuscito a dare una svolta? 1900, anzi era il 1899, Freud finisce di scrivere "L'interpretazione dei sogni". Ma era talmente consapevole che stava dando una svolta incredibile a una storia che aveva alle spalle, 200.000 anni di fantasie, sogni, magie, che ha chiesto all'editore di stampare nel 1899, ma con la data 1900: l'inizio di un nuovo secolo che avrebbe cambiato la psicologia.
E' stato poi un percorso difficile. Non ha avuto vita facile la svolta di Freud. Voi sapete che il 900 è stato un secolo pesante. Non solo la prima guerra mondiale, ma poi fascismo, nazismo, stalinismo, e Freud, ebreo, è stato preso a calci dal nazismo. Per cui "L'interpretazione dei sogni" è stato un libro appannaggio di una piccola cerchia.
Hitler lo ha bandito e ha preso con sè lo psichiatra che sterilizzava gli handicappati e che è stato alla base dei campi di sterminio.
Solo dopo la seconda guerra mondiale sono cominciate a nascere le facoltà di psicologia. L'Italia è stata poi l'ultima a creare la facoltà di psicologia. Oggi le università cattoliche hanno la facoltà di psicologia, ma è stata una fatica terribile far partire psicologia in Italia, perchè la Chiesa ha sempre eretto un grande muro. La prima facoltà è nata nel '69 Padova. Tutti noi che abbiamo fatto l'università prima di quella data veniamo da formazioni diverse, molto più complesse e fatte per vie private.
Che cos'è che fa fare una svolta a Freud? Freud è partito dall'ipnosi (faremo un seminario anche sull'ipnosi), ma si è reso conto col suo maestro Breuer, che le stesse cose che si ottenevano con l'ipnosi si potevano ottenere in un altro modo, quello che poi Freud chiamerà "associazioni libere". Lasciamolo lì per un attimo.
Vediamo cosa succede nel nostro cervello. Psicobiologia! Noi abbiamo la nostra giornata, poi andiamo a dormire. C'è una fase, quella del dormiveglia, si chiama fase ipnagogica, dove (vi sarà capitato di osservare) la mente va di qua, va di là. E' molto simile al sognare, ma è molto ondivaga. Poi il nostro sonno si approfondisce, e dopo circa un'ora e mezza diventa leggero, ma non ci svegliamo. E' la fase REM. Questo avviene ogni ora e mezza. Quindi in una notte avviene 4 o 5 volte. In questa fase REM i nostri occhi si muovono.
Chi di voi ha un cane forse avrà osservato che alle volte, mentre dorme, sotto quelle palpebre chiuse gli occhi si muovono.
Noi oggi abbiamo degli strumenti, in particolare la Risonanza Magnetica Fuzionale (RMf) che ci permette di vedere cosa succede nel nostro cervello mentre noi parliamo, pensiamo, abbiamo un'immagine, sognamo. In questa che si chiama fase REM (Rapid Eyes Mouvement: movimento rapido degli occhi), se svegliamo la persona, ci racconta un romanzo. Ma se la svegliamo lontano dalla fase REM ci racconta poco o niente.
Quando noi diciamo "questa notte ho sognato", significa semplicemente che ci siamo svegliati nella fase REM o vicino alla fase REM. Quando diciamo "questa notte non ho sognato" significa che ci siamo svegliati lontano dalla fase REM. In realtà noi abbiamo sognato almeno per 4 o 5 periodi nella notte, nelle fasi REM. E' chiaro che noi abbiamo accesso solo ai sogni dell'ultima fase. E sono sogni preziosi secondo Freud. E la storia di questo ultimo secolo ci dice che anche attraverso l'interpretazione dei sogni riusciamo ad aiutare le persone.
Tenete presente che in psicoterapia ci sono almeno 500 approcci. Io ne utilizzo una quindicina, quelli che mi hanno affascinato. Tanti li ho provati e poi abbandonati perchè non li ho percepiti in sintonia con me. Uno degli approcci per me affascinanti è quello che questa sera cerchiamo di affrontare ed è quello dell'interpretazione dei sogni che fa capo a Freud.
I sogni che ricordiamo, per Freud sono preziosissimi. Qualcuno si è chiesto: possiamo governarli? Sogni a comando, sogni lucidi. Qualcuno ci ha provato, ci sono delle scuole che lavorano in questa direzione.
Ma la cosa per me molto interessante è questa: quando noi viviamo la nostra giornata, inevitabilmente nel nostro cervello succedono delle cose, e inevitabilmente queste cose andranno a lavorare di notte. Perchè (come vedremo in altro seminario, quello sull'EMDR, che è una tecnica particolare che utilizza il movimento degli occhi come nelle fasi REM, un'altra delle tecniche che a me piacciono molto) quando gli occhi si muovono, la Risonanza Magnetica ci fa vedere che fra i due emisferi cerebrali, attraverso il corpo calloso che li mette in relazione con miliardi di fibre, c'è un passaggio di correnti elettrochimiche incredibile. Noi lavoriamo molto più di notte che di giorno.
Di giorno noi siamo presi da tanti limiti. Dobbiamo fare questo, fare quello ... è come se ci muovessimo su dei binari, attenti ai binari degli altri. Di notte siamo in un certo senso più liberi, e allora il cervello cerca di ... pensiamo a tanti cassetti, uno con una camicia fuori, uno con altre cose fuori ... il cervello cerca di mettere ordine, di sistemare ... come fa il computer quando gli dite di risolvere le frammentazioni dei file ... il computer prende qui, prende là, mette assieme i pezzi dei file. Lo stesso succede nelle fasi REM. E' su questa ipotesi che nasce addirittura una tecnica l'EMDR.
Capite che allora l'idea di Freud di utilizzare i sogni non è male. Se nelle fasi REM in particolare noi elaboriamo quello che ci è successo durante il giorno e cerchiamo di mettere le scarpe a posto, la giacca a posto, di pulire sotto il tavolo, ecc., e se io riesco a capire quali sono i significati delle immagini che mi arrivano, posso avere qualche vantaggio. In realtà ce l'abbiamo.
E c'è qualcuno che è riuscito (e parliamo di un'altra tecnica) ad utilizzare questo in un modo diverso dall'EMDR. Accennavamo prima di sogni a comando, sogni lucidi. Degli artisti venuti da me mi dicevano: come faccio? Non riesco più a inventare . Allora cosa facevo? Usavo una tecnica creata dal francese Désoille e sviluppata in Italia dalla Fusini Doddoli (la mia maestra per anni di analisi perchè allora non c'era la facoltà di psicologia e non c'erano le scuole di psicoterapia in Italia). Aiuto la persona a rilassarsi utilizzando una delle tecniche che vi ho insegnato nel seminario sulla gestione dell'ansia, la tecnica del rilassamento differenziale di Jacobson, e poi lancio un'immagine in quel cervello che è lì rilassato. E partendo da quell'immagine osservo cosa avviene. La persona comincia a parlare lentamente in genere. E man mano gli dai degli stimoli con varie immagini. Osservando come la persona si muove, la aiuti, con stimoli opportuni, ad andare verso la direzione che la persona desidera. In questo caso erano degli artisti che avevano il blocco della creatività. Famoso il blocco della pagina bianca per lo scrittore, il blocco del pittore, ecc.
Voi capite che una tecnica come questa la si può utilizzare per qualsiasi problema, utilizzando le immagine adeguate. La persona ha un problema con la propria mascolinità, si sente insicura, pensa di non valere? Quale immagine è tipica per richiamare la mascolinità? Posso partire dalla spada e vedere cosa succede, e aiutarlo a rafforzarsi conducendolo attraverso le immagini, ascoltando come lui reagisce.
Una donna che ha problemi con la sua femminilità (come vedete prendo due fenomeni molto diffusi), che ha problemi di insicurezza con la propria femminilità, col proprio corpo. Da quale immagine potrei partire? Potrei partire da un vaso.
Alcune volte è capitato che quella spada l'uomo la vede come la spada di Damocle, pericolosissima. Devi aiutarlo a trasformare quell'immagine. Questo è compito dello psicoteapeuta, saper condurre, dare stimoli.
Vaso! Alcune volte è un bellissimo vaso, altre volte è un vaso di coccio rotto, e così via.
Qui ci sono uomini e donne, e ognuno di voi può provare a chiedersi: di fronte allo stimolo spada o vaso come mi vedo? Che tipo di identificazione sento in me in questo momento con quella spada, con quel vaso che immagino?
Se è qualcosa di bello, avanti così. Se è qualcosa di problematico lavoraci o se non ce la fai chiedi aiuto a qualcuno per riuscire a trasformare il tutto. In genere è un processo molto veloce, proprio perchè andiamo a lavorare con gli strumenti della psicobiologia: cioè con la psicologia, tenendo conto delle conoscenze della biologia, delle neuroscienze.
Oggi, con le conoscenze che abbiamo, possiamo dire che se Freud non ci fosse stato ci sarebbe stato qualcun altro a fare quelle scoperte, magari 5 anni dopo, perchè i tempi erano maturi. Se Einstein non ci fosse stato, sarebbe arrivato qualcun altro. Non esistono i geni, ma tutti valiamo, tutti diversi uno dall'altro, con un nostro valore, che è importante che coltiviamo. Ogni tanto si creano nell'ambiente le condizioni per nuove intuizioni e qualcuno in quel momento le coglie. E' l'ambiente che era maturo per quell'intuizione. Ricordate l'importanza dell'esercizio centrato su "io valgo", esercizio che abbiamo fatto alla fine di qualche seminario?
Sapete che nella storia dei premi Nobel si trovano interrogativi del tipo: questo premio lo diamo a questo o a quello? Chi è arrivato prima? Su questi interrogativi e su altro nascono infatti i premi Nobel alternativi! Gino Strada, fondatore di Emergency, ha preso il premio Nobel alternativo per la pace. Lo sappiamo, siamo tutti umani (a meno che ci siano in giro degli dei, ma non ne vado) e anche nell'assegnare i premi Nobel possono essere in gioco vari interessi.
Freud ci ha dato molto. Non so se qualcuno di voi ha letto i sui libri: sono uno spasso, scrive molto bene, in maniera molto piacevole: al di là dei concetti tecnici, ha un fluire molto bello. Quando uno scienziato, uno studioso riesce a scrivere anche bene è un vero piacere. Quando invece vi trovate di fronte a dei libri il cui argomento vi interessa, ma sono scritti in modo pesante, è una delusione. Popper, uno studioso della conoscenza, svizzero, molto importante nell'epistemologia, sosteneva che non esiste vero scienziato se non riesce con parole semplici a spiegare il suo pensiero.
E' uno dei meccanismi di difesa che forse riconosciamo anche in noi: quando non abbiamo le idee chiare cerchiamo di parlare difficile!
La tecnica che utilizza le immagini per trasformarle e risolvere i problemi psicologici si chiama "Rêve éveillé dirigé", "sogno da svegli guidato": una tecnica molto carina, ma ci vuole qualcuno che la conduca.
La risonanza magnetica ci dà queste informazioni: lavoriamo molto di più la notte, in particolare nelle fasi REM, che durante la giornata. Cosa faccio allora? Quante volte vi siete svegliati e vi siete arrovellati: ma cosa vorrà dire questo sogno? E non avete nessuno che vi possa aiutare. Avete solo il libro dei sogni che vi porta a giocare al lotto. E invece lì c'è un tesoro. Come facciamo? Qui ovviamente non possiamo esaminare i vostri sogni, ma qualche indicazione ve la posso dare.
Le associazioni libere: cosa sono? La prima cosa da fare quando voi ricordate un sogno è anzitutto evitare di spaventarvi. Certo, se un sogno è bello tenetevelo e godetevi la giornata. Ma la cosa che vi consiglio di fare, anche se il sogno è bello, poichè al di là del piacere vi può dare delle informazioni, chiedervi: questa immagine, quest'altra immagine, cosa mi fanno venire in mente? Associazioni libere significa cercare (cosa non facile ma vale la pena di provarci) di lasciar andare la mente liberamente a cosa mi viene in mente, con estrema libertà. E prendendo questo materiale, non avendo lì nessuno specializzato in questo, provare a lavorarci.
Perchè molto spesso, frequentissimamente, per non dire sempre, il sogno che noi facciamo si chiama in psicanalisi "residuo diurno". Qualcosa che mi è successo il giorno precedente, anche a livello inconscio, e che adesso sta venendo fuori.
Un esempio che riguarda noi. Vi ho detto che qui a Res Publica si decide tutto nell'assemblea del lunedì. Lunedì scorso, io, assieme al collettivo degli studenti di Alghero, che voi vedete qui, abbiamo proposto questa iniziativa: un limite di questi seminari, come vi ho accennato all'inizio, è che sono a direzione unica, sono io che parlo per un'ora, allora vediamo come dare parola a tutto quello che si muove nelle menti di chi ascolta. Ecco: lunedì prossimo cominciamo con l'idea approvata in assemblea, e cioè lunedì prossimo sarete voi a proporre argomenti di discussione e io ad ascoltare.
Vi racconto allora il sogno fatto ieri sera dopo l'assemblea, evidente "residuo diurno": due navi che combattevano, uno di giapponesi e una di europei. Una viene affondata. Si recuperano i marinai, sono prigionieri, ma questi creano dei problemi. Ecco il sogno.
Mi sono chiesto: ma cosa significano queste due navi che combattono? Ma è chiaro: se lunedì partiamo con la discussione è possibile che si creino delle contrapposizioni, ma non è questo lo scopo. Lo scopo è quello di allenarsi al confronto creativo della scuola di Boston, allenarsi alla post-democrazia come dicono a Boston. Allora cosa ho fatto? Mi son detto: la tecnica la conosco, l'iniziativa approvata in assemblea è molto interessante. Il sogno mi ha detto: attenzione, c'è questo rischio, in un gruppo in cui si discute è molto facile che ci si combatta. Allora nel gruppo di discussione "Penieri, Emozioni" che nascerà lunedì prossimo, potrebbe esserci in agguato la spinta a combattersi invece che ad accettarsi, rispettarsi, coinvolgersi, ascoltarsi. Usa il metodo Boston!
Il sogno mi ha dato delle immagini. Con le associazioni libere ho trovato una strada che, come potete capire, è molto preziosa.
Ma non è facile. E' il mio mestiere da tanti anni, certo, però vi dico: provateci! Evitate di lasciare lì i sogni e abbandonarli e provate a divertirvi chiedendovi: ma cosa mi fa venire in mente? Liberamente. Molte volte scoprirete che vi arriva un collegamento con qualcosa che vi è successo il giorno prima ("residuo diurno"), e forse capirete che il vostro meccanismo inconscio vi sta dando un segnale, vi sta dando un'imboccata. Riuscirete a prenderla? Farete un passo avanti. Non ce la farete? Non meravigliatevi, ditevi che ci riproverete al prossimo sogno. Mai meravigliarsi, mai scoraggiarsi, ma ogni volta dire: ok, è andata così, la prossima volta ci riprovo.
Ma se il sogno è un incubo? Avete mai avuto incubi? Vi svegliate e vi sembra che vi manchi il fiato... paura... tensione. Che fare?
Vi faccio una domanda: chi è il regista dei vostri sogni? Dei tuoi, dei tuoi, dei tuoi,....? Sei proprio tu, ... tu, ... tu....! Splendido! Se voi mettete a fuoco questo, che cioè ognuno di noi è il regista dei propri sogni, ecco la soluzione: cosa fa un regista? Voi avete tanti film che vi piacciono. Non tutti i film, lo sapete, vanno via lisci. Ci sono film che hanno momenti molto pesanti, poi il regista li risolve, e così via. Se voi vi svegliate in un punto del vostro film in cui le cose sono pesanti, ... cosa fa il regista? Si ferma lì? No, va avanti!
Allora la cosa che io vi consiglio è questa: se avete un bel sogno tenetevelo e godetevelo, poi se volete fate delle associazioni libere e lavorateci; ma se avete un incubo ricordatevi che siete voi i registi, quindi continuate la regia. Immediatamente dite: sì, ecco che io trasformo tutto questo e lo risolvo liberamente. Metteteci le immagini che volete, la musica che volete, tutto quello che volete, inventando una soluzione positiva.
Per ritornare al mio sogno della battaglia navale, cosa ho fatto? Ho osservato le associazioni libere che mi portavano all'assemblea di Res Publica della sera prima quando era stato approvato il gruppo di discussione Pensieri, Emozioni. Ho visto quei prigionieri e siccome, lo sapete, il nostro organismo è un organismo direzionale, mi son detto: se resto nel timore dello scontro, scontro sarà. Ma se mi metto in una direzione positiva con la mia mente e utilizzo le tecniche del Confornto Creativo della scuola di Boston, il mio organismo lavorerà perchè il gruppo possa andare in quella direzione.
Ho preso allora l'immagine dei prigionieri, quelli che creavano problemi, e ho immaginato che si accordassero con chi li aveva fatti prigionieri, per valorizzare le competenze di ognuno e costruire assieme una nuova nave dopo che la battaglia aveva distrutto o danneggiato tutte le navi. Gli Europei molto bravi nel costruire il fasciame delle navi, i Gapponesi molto bravi nel costruire l'elettronica delle navi. Così mi sono messo a ridere dicendo a me stesso: avanti col gruppo di discussione Pensieri Emozioni!
Da questo momento potete dire a voi stessi: posso avere tutti gli incubi del mondo, ma non mi fregheranno. Farò delle libere associazioni, cercherò di capire cosa mi stanno dicendo e continuerò il film a modo mio.
A questo punto possiamo qui lavorare su delle immagini che ci preoccupano, su un pensiero negativo, o possiamo avere un problema e quando la nostra mente va lì ci crea ansia. Può trattarsi di un'interrogazione, di un incontro, ecc. Facciamo un esercizio.

Esercizio di elaborazione e trasformazione

Vi chiedo in questo momento, se volete, di chiudere gli occhi e ascoltare semplicemente quanto vi dirò. Andremo a lavorare su qualcosa che vi dà un po' di fastidio (non una cosa grossa, perchè non abbiamo qui la possibilità di affrontare cose pesanti). Siete pronti?
Per chi vuole: chiudete gli occhi e portate l'attenzione al vostro respiro, fate un bel respiro profondo, e ascoltate nel vostro respiro la vita che è dentro di voi. E' la vostra vita... la tua, la tua, la tua...la tua vita, unica e irripetibile. E mentre ascolti la tua vita dentro di te, vai a quella preoccupazione, a quell'immagine, a quella situazione che ti crea un po' d'ansia, di disagio.
In questo momento di' a te stessa che in quella situazione tu troverai il modo per star bene.
Metti davanti a te l'immagine in cui vedi te stessa in positivo. Vedi che in quella interrogazione ci sei, serena; che in quell'incontro sei lì rilassata e tranquilla con tutte le tue energie; ecc. Costruisci quest'altra immagine positiva e mettici la luce, i colori, la musica che preferisci e che ti fa star bene. Concentrati su questa immagine positiva, arricchita di colori, di luce, di musica, e ascolta dentro di te le energie che ti aiutano a realizzare quell'immagine, quella situazione, e goditela tutto il tempo che vuoi.
E dopo esserti goduta tutto questo, prova a vedere se portando l'attenzione all'mmagine di prima, quella problematica, senti che ha perso forza, che si è come allontanata. Poi ritorna all'immagine positiva e rafforzala ulteriormente con luce, colori, musica.
Continua questo passaggio dall'una all'altra finchè sentirai che tornare all'immagine negativa conta ben poco perchè ora è l'immagine positiva che prevale dentro di te, che ti dà energia, che ti dà forza.
E riaprirai gli occhi quando vorrai.

Ricordate Calderon De La Barca? "La vida es sueño", la vita è sogno. In questo seminario in cui stiamo affrontando sogni e incubi, credo possiate vedere alcuni fili che collegano i vari seminari. Ricordate l'assunto fondamentale in psicologia: la nostra mente non distingue fra realtà e immaginazione. E se realtà e immaginario hanno delle differenze, il nostro organismo dà la precedenza all'immaginario. Noi siamo, a differenza degli animali, degli animali "simbolici". I simboli, le immagini che noi coltiviamo, o che la vita ci mette davanti, ci prendono, anche inconsapevolmente: se sono positive bene, se sono negative ci può succedere che senza rendercene conto ci autofreghiamo.
Vi faccio uno chema che spero vi possa essere utile.




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io io io io ................(consapevolezza).................................

inconscio




Ci sono due linee entro le quali ognuno di noi può dire "io" e soprattutto esercitarsi a dire continuamente "io valgo" fino a sentirlo veramente.
Sotto c'è l'inconscio, il frutto di tutta la nostra storia. Non solo di quella individuale, ma quella dei nostri genitori, dei nostri antenati, del primo uomo e della prima donna che circa 200.000 anni fa ci hanno trasmesso il nostro patrimonio genetico.
L'esame del DNA ci dice che la prima donna del genere Homo Sapiens c'è stata circa 200.000 anni fa. Oggi sappiamo che anche il primo uomo ha la stessa età.
Bene, ci sono alcuni studiosi che sostengono che la nostra consapevolezza copre dall'1 al 4% di quanto avviene in noi. Tutto il resto è un insieme di automatismi inconsci.
In alto nel disegno c'è un'altra linea, un'altra barriera: la nostra mente arriva solo fino ad un certo punto. Oggi l'epistemologia ci ha reso consapevoli che oltre un certo livello, la riga in alto, noi non potremo mai andare. Mai. Potremo scoprire o pensare un mare di cose, ma non potremo mai dimostrare tutto. Abbiamo queste barriere.
La realtà prende tutta la nostra storia, il passato, l'inconscio, tutto, ma noi non possiamo cogliere tutta la realtà perchè questo va al di là delle nostre capacità mentali. Ecco tutti quei punti interrogativi. C'è uno spazio irraggiungibile dove c'è il regno della totale libertà, dove c'è spazio per la visione di ognuno di noi. Ma è la "verità personale" non "la verità".
Noi non conosciamo tutta la realtà (R). Conoscete il simbolo di ugiaglianza (due lineette), conoscete il simbolo di diversità (due lineette con una terza lineetta che le attraversa) e conoscete il simbolo di identità (tre lineette). Allora se R è la realtà e R=la mia visione, ce ne accorgiamo perchè camminiamo velocissimi nella nostra vita, sereni, felici. Ma se R è diversa da mia visioine personale, allora prendiamo dei calci, che significano che la nostra visione non corrisponde alla realtà. E' difficile, ma in questo caso dobbiamo provare a cambiare la nostra visione.
Se noi prendiamo ad esempio la fisica fondamentale, voi lo sapete, ci parla del 4 % della realtà. Gli astrofisici ci dicono: abbiamo dei segnali che nella Realtà c'è un 96% che noi non sappiamo cosa sia. E qualcuno di voi sa come hanno chiamato questo 96%: materia oscura ed energia oscura. A Ginevra stanno lavorando, stanno facendo esperimenti per cercare di capire.
Tutto questo per darvi la sensazione di quanto la realtà è complessa e sconosciuta, se oggi riusciamo a dire che tutto ciò che conosciamo, ed è un mare di cose, dal punto di vista dell'astrofisica è solo il 4% della realtà.
Più conosciamo, fra l'altro, più ci rendiamo conto che le domande aumentano.
Allora capite che quando per caso la nostra visone è in sintonia con la realtà, davvero siamo fortunati e, senza sapere perchè, camminiamo con sicurezza e serenità in qualsiasi situazione. Ma di calci dalla realtà ne abbiamo presi tutti, perchè la storia di ognuno di noi ha inevitabilmente i suoi punti deboli, i suoi discostamenti dalla realtà profonda, inconoscibile.
Calci che sono preziosissimi. Quel sogno che vi ho raccontato ad esempio è stato prezioso per me, e per fortuna l'ho ascoltato. Ogni calcio però ci dà un feedback e ci dice: attenzione, prova a cambiare qualcosa!
Purtroppo la psicologia ci dice che la tendenza più diffusa è da una parte la resistenza al cambiamento e dall'altra la ripetizione degli stessi meccanismi a cui siamo abituati. E' per questo che ad esmpio 8 coppie su 10 o si lasciano o stanno male insieme. Perchè è molto difficile chiedersi "cosa sto sbagliando io?", "cosa stiamo sbagliando assieme?" e provare a cambiare. Non è facile. Solo 2 coppie su 10 ci riescono e riescono a star bene insieme tutta la vita.
Quindi facciamo molta attenzione ai calci della realtà, sono preziosi. Sapendo che comunque R non sarà mai identico alla nostra visione. Se lo accettiamo possiamo coltivare la flessibilità necessaria per essere sempre pronti a cambiare. Ecco un disegno utile:

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200.000 anni fa la nostra conoscenza era piccolissima, eravamo all'inizio di questa spirale, al centro. Man mano che la spirale della conoscenza è cresciuta abbiamo appreso sempre di più, ma paradossalmente la superficie esterna alla spirale è man mano cresciuta, ed è la superficie della non conoscenza, dei punti interrogativi che continuamente crescono.
Col paradosso che più si è ignoranti più si tende a credere di sapere. E più cose si conoscono, più si è consapevoli che l'area della non conoscnza è immensa e in crescita.
Un abbraccio!
 

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