giovedì 3 agosto 2017

162 - LA CONOSCENZA E IL CREDERE Seminario di psicologia che ho tenuto presso Res Publica, Alghero. L'audio di tutti i seminari lo trovi su youtube: "Gian Luigi Pirovano seminari di psicologia".

 
6 - La conoscenza e il credere
Fra relativismo e assoluto: so che non so, per questo so.

E' un tema molto delicato perchè va a toccare un po' alcune domande fondamentali della nostra vita: cos'è la conoscenza, cos'è il credere. Quindi lo tratterò con molta delicatezza, ma anche con molta chiarezza.
Il concetto centrale da cui partire è che ognuno di noi viene da un contesto culturale diverso e molto preciso: dove ognuno di noi è nato, in che ambiente è cresciuto, ecc. Se alcuni di noi fossero nati in Iran penserebbero in maniera diversa, avrebbero un concetto di verità diverso. Questo è il punto di partenza fondamentale. Se qui noi tutti siamo nati in Italia, o in Europa, ognuno di noi si porta dentro il punto di vista occidentale. Voi lo sapete che per molti secoli siamo vissuti nell'illusione di avere in mano la verità.
Abbiamo governato per molti secoli il mondo.
Abbiamo schiavizzato moltissimi territori.
La consapevolezza di questo, la consapevolezza di aver creduto di avere in mano la verità è importante, per noi, per gli africani, per gli asiatici, per le americhe. Abbiamo dominato il mondo e i nostri dominati, come noi, credevano e credono di avere in mano la verità. Solo con la consapevolezza di questo fenomeno culturale possiamo fermarci e riflettere.
Con la crisi del mondo occidentale vediamo sempre più venire avanti il relativismo. Relativizzare ognuno la propria cultura è fondamentale per provare a vivere sullo stesso pianeta; evitando però, cosa non facile, il rischio di un relativismo completo, assoluto, cioè il dirsi: ognuno può pensare come gli pare, non c'è più nulla di vero. Trovare un equilibrio è estremamente difficile, ma necessario per la convivenza in un mondo globalizzato.
Che ognuno di noi abbia presente la relatività della propria cultura è fondamentale, ma questo non significa che non possiamo arrivare a dire se una cosa è giusta o se una cosa è sbagliata.
Calcolate che oggi sul nostro mappamondo ci sono circa 250 nazioni: tante storie, tante origini, tanti modi di pensare, e anche qui nel nostro gruppo, sicuramente ci sono tanti modi di pensare secondo la storia di ognuno di noi. Ma ancora di più, ci dice la psicologia, dentro ognuno di noi: quante volte vi siete trovati a dirvi sarà giusto questo o quest'altro, faccio questo o faccio quest'altro Dentro ognuno di noi ci sono strade, percorsi e continumente nella nostra vita ci troviamo a scegliere, fidandoci delle nostre sensazioni, e sapendo che sono sensazioni, convinzioni che ci vengono da una storia, e che se fossimo nati in un'altra parte del mondo avremmo sensazioni e convinzioni diverse.
Non so se voi ricordate Bertrand Russell. Ha scritto la storia del pensiero del XX secolo. Nel capitolo sul nazismo conclude con questa frase: io non giudico, perchè so che se io fossi nato allora in una famiglia tedesca, probabilmente, senza rendermene conto, sarei stato un nazista.
Ora, con la crisi del mondo occidentale che dall'aver governato il mondo si trova oggi a non riuscire a risolvere i problemi in Libia, in Siria, il problema delle migrazioni, ecc. nel mondo ci sono più di 30 guerre. Noi ne conosciamo solo alcune, quelle di cui i mass media parlano. Ricordate il colonialismo a partire dal 1492 e ora il neocolonialismo per contrallare le materie prime che servono a noi. Conquista, colonialismo, sfruttamento, apparente fine del colonialismoe inizio del neocolonialismo oggi, d'intesa con le élite locali dei vari Stati, per continuare a sfruttare le risorse utilizzando le popolazioni lasciate in povertà.
Colombo 1492. Ma ecco un'altra storia: gli Arabi erano arrivati fino in Spagna e nel 1492 avviene qualcosa che cambia la storia d'Europa, e blocca anche quell' intreccio di culture che col mondo arabo stava avvenendo in Europa. Granada. Cosa succede a Granada nel 1492? Era in mano ai mussulmani e cade, viene riconquistata e da lì parte la "réconquista" e la cacciata degli Arabi. I mussulmani in Spagna interagivano con le diverse culture: cattolici, ebrei, ecc. La réconquista blocca tutto questo intreccio di culture in Europa! E oggi ci troviamo a fare i conti con una parte del mondo mussulmano, non quella dell'intreccio fra culture, ma quella fondamentalista.
Noi vediamo tanti approcci che oggi tendono a difendere la propria cultura. Lo vediamo in Italia, lo vediamo in Europa. Tentativi di difesa. In realtà quello che noi osserviamo è che da sempre le culture si intrecciano. Il colonialismo ha dato e ha preso. Ha dato tecniche e ha preso materie prime. Attraverso meccanismi di distruzione pazzeschi. E' stato uno scambio. L'Europa è cambiata, ha imparato molto bene ad esempio ad opprimere. Ha dato oppressione. Ha dato modelli culturali che hanno contribuito a scardinare le comunità locali. Uno scambio tragicamente impari.
Oggi siamo in una globalizzazione, in una rapidizzazione che renderà inevitabile questo miscuglio di culture. Non sappiamo quando vi si arriverà, ma è inevitabile nonostante le resistenze. E non sappiamo se avverrà attraverso nuove oppressioni e nuove cancellazioni di culture locali.
Per la prima volta il mese scorso il cardinale di Milano ha detto in maniera molto chiara: è ora che noi assieme alle feste cattoliche del Natale, Pasqua ecc. istituiamo anche le feste mussulmane. E' un passo enorme. Non so quanto ci impiegheremo. Io non lo vedrò, forse neanche voi, forse lo vedranno i figli dei più giovani fra voi, ma è inevitabile questo mescolarsi di culture, imparando reciprocamente gli uni dagli altri.
E per fortuna quella che era la potenza del mondo occidentale sta dando i segni di grande difficoltà, di crisi culturale. Una cosa interessante è che la crisi, le domande che il mondo occidentale si sta facendo sulla propria cultura, sull'integrazione con gli altri, vanno di pari passo con le domande sul rapporto uomo donna. Dagli anni 60 qui da noi c'è stata una presa di consapevolezza del mondo della donna, e un interrogarsi sempre di più da parte dell'uomo. Un po' in parallelo con la perdita di sicurezza del mondo occidentale, perdita di un potere che era totale, ecco il farsi molte domande da parte di un mondo maschile che dominava e che ora si chiede come rapportarsi ad un mondo femminile nuovo, più consapevole di sè. Un fenomeno simile a quello che sta avvenendo oggi fra le diverse culture. Con un mare di resistenze del maschile, con un mare di resistenze del mondo occidentale.
Al di là delle resistenze le integrazioni sono inevitabili. Marshall McLuhan, se ricordate, un grande teorico della comunicazione, già negli anni 50 parlava di "villaggio globale".
L'occidente è in crisi, la democrazia è in crisi. La democrazia credeva di avere in mano gli strumenti giusti, ma a Boston ne stanno studiando tutti i limiti (faremo un seminario sulla scuola di Boston) e si sta lavorando per una postdemocrazia, per la "gestione creativa dei conflitti". E' necessario che le regole che vedete in parlamento subiscano dei cambiamenti sostanziali perchè la legge della maggioranza non funziona più. La minoranza non aspetta che di diventare maggioranza e bloccare o cambiare quello che è stato costruito. Fra costruzioni e distruzioni non si va da nessuna parte e la società è in difficoltà. E' necessario sperimentare nuove regole, ad esempio le regole del "confronto creativo" della scuola di Boston.
Qui a Res Publica stiamo cercando di applicare i principi del confronto creativo. Stiamo riuscendo a trovarci ogni lunedì sera da quasi due anni e a prendere decisioni senza mai arrivare a votazioni. Si discute, si decide assieme e se qualcuno ha delle obiezioni si continua a discutere fino a trovare una soluzione condivisa.
Ci troviamo oggi nel mondo nella situazione in cui alla domanda: chi ha in mano la verità? chi ha in mano le chiavi vere? non ha risposta. Stiamo cercando di trovare nuove chiavi adatte a questo meccanismo di globalizzazione, per riuscire a convivere in un modo diverso, che non è più quello della vecchia democrazia.
Anche se per ora non abbiamo uno strumento migliore. Churchill diceva: la democrazia è una brutta bestia, ma per ora non conosciamo una bestia migliore.
A Boston ci stanno lavorando, dagli anni 80, e per ora il governo federale USA ha dato indicazione a tutti gli Stati federali di applicare il metodo Boston nel fare i regolamenti delle leggi più importanti.
A questo punto dobbiamo parlare di scienza. Un luogo comune è che la scienza ci dà certezze. Non è così. Lo scienziato parte dal presupposto che ciò che si sa è ciò che oggi funziona meglio, ma cerca coninuamente quali sono i punti deboli per poterli affrontare e andare avanti.
Quindi fra il relativismo e la concezione dell'assoluto, della verità, la scienza non è mai nell'assoluto. La scienza, se dovesse stringere direbbe: noi non conosciamo perchè l'area di non conoscenza è enorme. E più conosciamo, più ci rendiamo conto dell'immensità crescente di ciò che non conosciamo.
Immaginate una spirale che da un inizio piccolissimo diventa sempre più grande.
La conoscenza continua a crescere come in questa spirale, ma osservate: più la spirale cresce, più la superficie del cerchio diventa grande e il numero delle domande cresce.
200.000 anni fa, quando la nostra razza, l'homo sapiens sapiens è nato, la conoscenza era poca, il centro della spirale, oggi è tantissima, ma se forse l'uomo all'inizio credeva di sapere tutto, oggi, più conosciamo, più le domande aumentano. Questo è un fenomeno che gli scienziati hanno sempre presente.
Credevamo che la Terra fosse ferma e oggi sappiamo che giriamo a 900 km all'ora; credevamo di essere il centro dell'universo e scopriamo di essere un pianetino in mezo ad un'immensità; credevamo di essere il centro della vita, e oggi sappiamo che la nostra stirpe non ha le caratteristiche delle specie che durano molto, come i coccodrilli o le tartarughe e siamo destinati a finire piuttosto velocemente e la Terra neanche se ne accorgerà. Gli studiosi ci dicono che tutte le specie che trovano nelle rocce e che oggi non ci sono più rappresentano il 99,9%, mentre tutte le specie oggi viventi rappresentano solo lo 0,1% di tutte le specie apparse sulla Terra.
Voi forse sapete che è stata fissata una data: 16 luglio 1945. Per chi sa di gologia noi siamo nel quaternario e in particolare nella fase che si chima olocene. I geologi hanno stabilito che il 16 luglio 1945 è teminato l'olocene, che è durato circa 10.000 anni, e siamo entrati in una nuova era, l'antropocene. Questo a significare che se prima erano i fenomeni naturali a determinare lo stato della Terra, oggi per la prima volta anche l'uomo è diventato un fattore di cambiamento dello stato della Terra.
Il 16 luglio 1945 è la data dello scoppio della prima bomba atomica sperimentale negli USA. E siamo entrati nell'antropocene. Quanto duerà? Quanto durerà ancora la specie Homo sapiens sapiens?
Sappiamo che il cammino per arrivare a noi è iniziato 65 milioni di anni fa quando i dinosauri sono spariti e i piccolissimi mammiferi di allora hanno avuto modo di cominciare a svilupparsi. Noi homo sapiens sapiens ci siamo da 200.000 anni e non siamo una specie in grado di durare milioni di anni. Quindi: godiamoci la vita!
Se noi andiamo alle radici della nostra cultura, perchè è con questo che dobbiamo fare i conti, e poi integrare, riflettere, metterci assieme con gli altri .... scopriamo che nel settimo-sesto secolo avanti Cristo è successo qualcosa .Qualcuno ricorderà: Anassimandro, i presocratici. Anassimandro fa un passo incredibile, che però non avrà sèguito se non con la rivoluzione francese. Siamo a Mileto, sulla costa della Turchia: noi diciamo che veniamo dalla cultura graca, in realtà veniamo da qualcosa di più ampio, che prende tutto l'oriente. Ecco: fin dall'inizio dell'umanità il mondo degli dei, delle religioni è stato dominante, e fino ad oggi. Anassimandro è il primo, nel 600 avanti Cristo, che comincia, novità assoluta, a spiegare il mondo prescindendo dagli dei, senza ricorrere agli dei.
E' il primo che dice: la pioggia è semplicemente l'acqua che evapora e poi in alto si accumula, diventa pesante e scende; i tuoni? Sono le nuvole che si scontrano.
Poi arriverà Aristotele e la nostra cultura si baserà su Aristotele. Se Anassimandro avesse avuto fortuna forse tutto si sarebbe sviluppato in altro modo, forse senza medio evo. Aristotele dice: c'è la verità e la individua nella catena causa effetto, causa effetto, ecc. Inizia la ricerca della Verità con V maiuscola, che darà spazio a molte oppressioni, perchè se credo di avere la verità non c'è più spazio per altro, per altri modi di pensare.
Quando nel 380 dopo Cristo Teodosio dichiarerà la religione cristiana come religione dell'impero succederà il finimondo. Si distruggono i templi, si uccidono quelli che non la pensano in un certo modo: quello che fa oggi l'ISIS lo hanno fatto i nostri antenati. La biblioteca di Alessandria viene distrutta dai cristiani, e solo qualcosa è rimasto in qualche biblioteca privata araba. Nel 1400 partirà la riscoperta di qualche testo e ripartirà il percorso verso la conoscenza, verso l'illuminismo. Si è vissuta la distruzione del pensiero, l'istaurarsi del pensiero unico. Le dittature del 900 in Europa ci hanno fatto capire molto bene cosa significa pensiero unico.
Anassimandro viene messo in disparte. E dovremo arrivare nel 1400 per una ripartenza. Ma sarà un cammino ancora lungo perchè se osservate tutte le opere d'arte e i testi di quei secoli dal 400 in poi, la divinità continua ancora ad essere qualcosa di scontato.
Bisognerà arrivare all'illuminismo, al 1789 se vogliamo fissare una data, quella della rivoluzione francese, per riportare in primo piano la ragione, quello che nel 600 avanti Cristo aveva intuito Anassimandro. Vediamo allora cosa con la nostra ragione riusciamo a capire:

????????????????????????????????
io io io io
io io io
inconscio

Al centro ci sono i nostri io, noi, le nostre consapevolezze.
In basso c'è il nostro inconscio, la nostra storia antica e la nostra storia personale sedimentata nel più profondo. Molto difficile da raggiungere.
In alto ecco la linea della nostra ragione e del limite della nostra ragione: oltre quel limite ci sono tutte le domande fondamentali sulla vita e sappiamo che non avremo mai la risposta. L'epistemologia oggi ci mostra quali sono i limiti della nostra ragione. Oltre quel limite c'è il regno della totale libertà, il regno delle filosofie, delle religioni, dei miti, c'è l'ateismo, c'è l'agnosticismo, c'è il cristianesimo, c'è l'animismo, ecc. Tutto legittimo perchè indimostrabile. Con una sola attenzione: nessuno osi dire che il suo modo di vedere oltre quella linea è il modo giusto, il modo vero.
L'insieme di tutto questo schema è la realtà, ma noi ne raggiungiamo un pezzettino soltanto, forse. Oggi riusciamo addirittura a dire che tutta la materia e l'energia che conosciamo è solo il4% della realtà. Il resto lo chiamiamo materia oscura ed nergia oscura. Ricordate la tavola di Mendeleiev? Ebbene, sappiamo che tutta la realtà che conosciamo è costituita da quegli elementi, ma è solo il 4% della realtà. Gli astrofisici ci dicono che ci sono segnali che indicano che c'è altro, ma non sappiamo cosa sia.
Il compagno di Einstein, Wheeler, ci dà una formula: δ.δ˭0 che si legge: il bordo di un bordo è identico a zero. Wheeler era ossessionato dal problema della realtà. Wheeler dice: guardiamo la nostra vita, noi veniamo dal niente, da un confine, un bordo. Prima non ci siamo, poi due persone si incontrano, un uovo e uno spermatozoo si incontrano e ci siamo, ecco il bordo del nulla da cui veniamo. Viviamo e poi ad un certo punto questi 50 trilioni di cellule che formano il mio corpo decidono di non collaborare più e tutto finisce: ecco l'altro bordo. E il bordo di un bordo è identico a zero: siamo niente, dice Wheeler. Detto questo io aggiungo: godiamoci la vita.
Quindi ognuno di noi ha un modo di vedere che dipende da mille variabili. Da 200.000 anni la nostra specie si sviluppa con queste infinite varietà di elementi. Notate che quell'albero dei due nostri progenitori viene definito come l'albero della conoscenza: condannati perchè volevano conoscere! E oggi sappiamo che il cammino della conoscenza ha dei limiti, i limiti di quelle due linee sopra e sotto l'io nel disegno. E' quindi fondamentale abbracciare Socrate che dice: so che non so.
So che non so e nello stesso tempo valorizzare ognuno di noi, al di là dei nostri limiti. La consapevolezza che ognuno di noi può dare molto attraverso la propria esperienza, le proprie sensazioni. Può dare tanto, ognuno di noi vale, ognuno di noi è importante, quindi rispettare le idee, cercare di capire. Sono i principi del "Confronto creativo" della scuola di Boston. Rispttarsi e ascoltarsi reciprocamente è l'unica strada che abbiamo, l'unico punto di appoggio che abbiamo.
Sopra la linea dell'io tutte le teorie sono valide. Lì c'è la psicanalisi, lo yoga, la meditazione, il thai chy, le religioni, le filosofie, ecc L'unica domanda è: mi aiuta a star bene? E' l'unica domanda e poi tutto ha legittimità. E' lo spazio della totale libertà. Dio esiste? Nessuno l'ha mai dimostrato, ma anche nessuno ha mai dimostrato che non esiste. Rispetto e totale libertà. Io possso scegliere quello che mi aiuta a star bene e ho il diritto di farlo e ho il dovere di farmi rispettare, e ho il dovere di rispettare la scelta degli altri.
Là dove la ragione non arriva, là è il regno della totale libertà, con una sola condizione, lo ripeto: che nessuno osi dire che la mia scelta di credere in dio, in maometto, nella,natura, di essere ateo, di essere agnostico, ecc. è la verità.
E qui arriviamo al nocciolo. La nostra società dopo la rivoluzione francese, dopo l'illuminismo, 1700, grande secolo di svolta. Si recupera Anassimandro e si comincia a lavorare decisamente con la nostra ragione, cercando di capire quanto ci è possibile capire, e là dove non abbiamo strumenti per capire, totale libertà, fondamentale rispetto per le scelte di ognuno, augurando ad ognuno di scegliere ciò che lo fa star bene. Cosa non facile.
Non facile perchè un biologo, Henry Laborit, ha dimostrato che il nostro organismo, quando si abitua a qualcosa, anche se sta male, preferisce continuare a star male, dentro un male che conosce, invece che affrontare un cambiamento che non conosce.
Per questo l'augurio è che ognuno riesca a scegliere, fra le cose indimostrabili, ciò che lo aiuta a star bene. Ho smesso da tanto tempo di chiedere alle persone in che cosa credono, ma scelgo di osservare che cosa fanno. Cosa fai? Se dobbiamo prendere delle decisioni ci si confronta, confronto creativo. Cosa fai? Come rispondi a questo problema che dobbiamo risolvere? Cosa risponde al tuo bisogno di serenità, di equilibrio?
Stai bene? Ok, spiegami come ti muovi nella tua vita e forse posso imparare qualcosa.
Stai male? Fatti dare una mano da qualcuno perchè potresti essere bloccato, come mostra Laborit, su qualcosa che continui a ripetere perchè sei abituato a quello. Magari quel modo di fare ha funzionato in una situazione, ma ora non riesci a vedere che le situazioni forse sono cambiate e continui a ripetere lo stesso meccanismo, mentre c'è bisogno di un cambiamento.
Quella di Laborit è una conquista molto importante.
Due ultimi flash. Il primo sulle religioni. Tutta la storia delle religioni ci mostra che la religione ha la stessa età dell'uomo. 200.000 anni a fronte di 3 secoli dall'illuminismo in poi. Solo da poco quindi abbiamo recuperato la dignità della ragione. E non c'è bisogno che vi ricordi tutta la gente uccisa perchè la pensava diversamente.
Ora 3 secoli cosa sono rispetto a 200.000 anni? E' molto chiaro che il modo di pensare delle varie religioni durerà ancora tantissimo. E' molto difficile questo percorso verso la consapevolezza dei limiti dei nostri strumenti di conoscenza e quindi dell'importanza della libertà di scelta là dove la ragione non piò arrivare. E' molto difficile.
Se andiamo a vedere gli studiosi delle religioni ci dicono proprio questo: la religione c'è sempre stata e sempre ci sarà nel senso che Rapaport (Cambridge) con altri studiosi, dice: la religione è uno strumento di organizzazione sociale. Pensate ai riti nel nostro contesto dove la religione cattolica è preponderante. Mi meraviglio sempre quando vedo la gente che battezza o fa la comunione o la cresima a un figlio. Chiedo: quindi sei credente, mi puoi spiegare cos'è il battesimo, la comunione, la cresima? Difficilmente mi si risponde con le motivazioni di fondo, perchè spesso mi si dice "è una festa!". Riti sociali. I sociologi parlano di cattolicesimo sociologico, cioè vuoto di contenuti, ma rituale.
Riflettiamo poi su una cosa più delicata: qui siamo in una valle di lacrime, poi c'è il paradiso. Ebbene, un cattolico muore e passa dalla valle di lacrime al paradiso, ma in realtà vediamo un mare di gente che piange. Mia madre è morta a 96 anni. Mio fratello che è frate Cappuccino in Camerun mi dice che i suoi parrocchiani hanno fatto un mese di balli e canti, un mese di festa: quelli hanno capito il messaggio e lo vivono!
Fin dall'inizio, da 200.000 anni la religione ha avuto una funzione importantissima dal punto di vista sociale, nonostante tutte le distorsioni che possiamo elencare e che vediamo ogni giorno. Ma al di là delle distorsioni ognuno è libero di scegliersi o di stare nella religione che sceglie o in cui è nato. Siamo nel regno dell'inconoscibile e quindi della totale libertà.
Nessuno ha mai dimostrato nulla sugli dei, nè che esistono, nè il contrario, perchè non è in mano nostra, non è nelle capacità della nostra ragione. Quindi massimo rispetto: basta che tu rispetti le mie scelte e io le tue. Vediamo invece al di là di quello che pensiamo e che aiuta ognuno di noi a vivere, vediamo cosa facciamo, cosa decidiamo,
Questo è il mondo che speriamo venga avanti e porti i frutti di quel passo iniziato da Anassimandro 2.600 anni fa, dimenticato, poi ripreso nel 700 con l'illuminismo.
Avete sentito la parola "rapidizzazione"? E' una parola che ha fatto colpo perchè l'ha usata Bergoglio. E' molto significativa perchè ci dice che quanto più passa il tempo più le cose avvengono rapidamente. Questa è una speranza, che la capacità di rispetto reciproco si faccia avanti rapidamente col "confronto creativo".
Un'ultima cosa: qual'è la scienza che sta alla base di tutto quello che vi ho detto oggi sulla conoscenza e sui limiti della nostra conoscenza? Si chiama (l'avrete sentita tante altre volte) epistemologia, cioè il discorso sulla conoscenza.
C'è una tappa importante: 1832, Galois, matematico. Aveva circa 30 anni, si accingeva ad un duello la mattina dopo, e morirà. Tutta la notte l'ha passata a scrivere e a sviluppare la teoria degli insiemi, una teoria ancora fondamentale oggi in tutte le scienze. Con la teoria degli insiemi pone le basi dell'epistemologia.
Ci saranno altri passi avanti con Russel e la teoria dei tipi logici, importante pr capire le nostre capacità e i nostri limiti, l'epistemologia.
Poi ci sarà Gödel esattamente un secolo dopo Galois nel 1932-3, con i teoremi dell'incompletezza. Ci dice che nessun sistema è completo ed è in grado di guardare se stesso, bisogna uscire dal sistema. Per parlare di un insieme devo uscire dall'insieme. Noi siamo un insieme, ma l'insieme non fa parte di noi: per fare affermazioni sul nostro insieme dovremmo poterne uscire, cosa impossibile. Nessun sistema può parlare correttamente di se stesso. Per capire il sistema uomo passo da domanda in domanda, ma ad un certo punto, a forza di salire da domanda in domanda dovrei uscire dal sistema e guardarlo da fuori: non mi è e non ci è possibile.
Poi ci sarà un altro personaggio importante in epistemologia: Bateson. Ma fermiamoci qui, al punto centrale, ai teoremi dell'incompletezza di Gödel. E auguri di un buon allenamento al "confronto creativo" (sarà il tema di un prossimo seminario).

Nessun commento: